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Toma e i rischi del voto: da Roma al Molise il richiamo all’unità “per il futuro della regione”

Il governatore, con una nota tutta politica, lancia appelli ma anche avvertimenti ad avversari e alleati


CAMPOBASSO. ‘Sibillino’ irrompe nel dibattito agostano, tra crisi di governo ed elezioni provinciali, con un richiamo all’unità. Rivolto ai suoi ma anche agli avversari.

A parlare è il governatore del Molise Donato Toma, con una nota su cui campeggia il simbolo del gruppo consiliare ‘Toma presidente’, a far intendere che si tratta di un intervento tutto politico.

Ne ha, a quanto pare, per i rappresentanti istituzionali a Roma a cui lancia l’invito alla collaborazione per difendere gli interessi della regione. E ne ha per i colleghi del centrodestra, alle prese con spaccature che male fanno alla coalizione. Specie se all’orizzonte si addensano ‘nubi elettorali’, con conseguenze – a suo avviso – sia per il territorio che per gli equilibri interni.

Toma pare non gradire atteggiamenti muscolari, in particolare da parte di chi rivendica qualcosa, magari visibilità e peso nel governo regionale. E il suo sembra essere un avvertimento.

“Il Molise – esordisce il presidente, premettendo di essere refrattario a liturgie politiche – ha bisogno di unità. Serve unità istituzionale da parte di chi in Parlamento rappresenta i nostri territori, per rafforzare le nostre posizioni e risolvere tavoli di crisi e problematiche a cui la nostra amministrazione regionale sta lavorando. Da questo punto di vista, sempre ragionando in termini istituzionali, il Presidente della Regione considera strategica l’interlocuzione con deputati e senatori molisani. Insieme dobbiamo far sentire la nostra voce a Roma per risolvere, ad esempio: la questione ex lavoratori ITR, che necessita del varo definitivo di un decreto; la riprogrammazione dei fondi comunitari e di sviluppo e coesione che passa necessariamente per gli organismi centrali; l’accordo di partenariato sui fondi comunitari che ha necessità di interlocutori stabili. E così via. Possiamo sviluppare anche un’accesa dialettica politica – incalza Toma – ma fuori Regione si va assieme, governatore e delegazione parlamentare, senza corse in avanti per screditare chi sta arrivando con l’unico fine di difendere o reclamare i diritti dei molisani: non è una guerra fra chi ha vinto in Molise e chi (forse) ha vinto negli enti sovraordinati”.

Poi lo sguardo al centrodestra, in vista delle provinciali e contro lo spauracchio di un ‘inciucio tra Pd e M5S’. “Anche a livello di partiti, e qui parlo come capo della coalizione che ha vinto le elezioni regionali nel 2018, – prosegue il governatore – c’è bisogno di unità: per le elezioni provinciali di Isernia e Campobasso il suffragio non è popolare, ma dei gruppi politici.
Ad Isernia sarebbe stato più opportuno avere un solo candidato e non scatenare un braccio di ferro nell’ambito del centrodestra, se non altro per dare un’immagine granitica della coalizione agli osservatori politici. Alle provinciali campobassane è vitale andare coesi e non perdere un solo voto, considerato che il Pd ha proposto una candidatura a Presidente della Provincia, sulla carta molto debole politicamente, ma che tale potrebbe non essere considerato il fumus di inciucio con i grillini”.

Infine, il colpo di fioretto. “Un’ultima notazione: le verifiche politiche non si fanno sui social, non si annunciano dal balcone mentre si ‘stendono i panni’, ma si fanno nelle riunioni di coalizione. Vorrei che ognuno di noi ricordasse la favola di Esopo ‘Al lupo al lupo!’ e il suo finale. Ed allora che settembre ci porti umiltà, consapevolezza di essere forti se uniti, una visione politica di lungo periodo costruita con i giusti passi nel breve volgere di una legislatura. Donato Toma come sempre c’è. Per fare le cose perbene”.

A buon intenditor…

 

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