Ambiente e malattie, la Regione finanzia lo studio epidemiologico. Ricci avverte: Venafro non è la terra dei fuochi

Il sindaco di Venafro, Alfredo Ricci, nel rimarcare l’importanza di questa giornata di responsabilità istituzionale, senza girarci troppo intorno ha specificato che “Venafro non è la terra dei fuochi”, che le criticità che hanno messo in allarme la popolazione sono state oggetto di attenzione da parte delle Istituzioni ai vari livelli. “La novità di questo progetto è proprio nella risposta che le istituzioni vogliono dare al territorio, in modo scientifico non attraverso polemiche e personalismi” ha spiegato, riferendosi forse alle troppe voci isolate che in questi mesi si sono alzate anche da esponenti delle Istituzioni.

Nel ripercorrere le fasi che hanno portato alla decisione di affidarsi alla scienza per la verifica di eventuali connessioni tra le patologie e la mortalità registrate nell’area della Piana di Venafro ed eventuali situazioni di allarme ambientale, Alfredo Ricci ricorda che ne parlò con il governatore Toma alla fine di dicembre scorso e che in primavera i sindaci furono convocati ad un tavolo istituzionale per ragionare insieme di questa possibilità. Da parte di tutti gli attori, quindi, la massima disponibilità – e anche un tempismo che sorprende – a ragionare e comprendere con il rigore della scienza,;di qui la formalizzazione di una somma destinata a questo studio nel Bilancio regionale. “Due anni, tanto servirà per avere risultati scientifici – ha spiegato Ricci – che riguarderanno tutte le popolazioni della Piana e delle zone limitrofe: ci saranno le risposte alle domande dei cittadini, delle associazioni, prima fra tutte le ‘Mamme per la salute e l’ambiente’. Due anni sono pochi per la scienza ma sono tanti per le persone coinvolte: noi sindaci continueremo a garantire attenzione e tutela. Usciamo con questa convenzione dalle piazze ed entriamo nelle Istituzioni con il rigore scientifico che queste vicende meritano”.

Il manager Asrem Antonio Lucchetti, nel sottolineare la tempestività degli iter, il rigore scientifico e la forte volontà dell’Azienda sanitaria nel rispondere alle domande di salute della collettività, insiste: “vogliamo essere una regione che sia al passo delle altre, per questo stiamo accelerando sulle procedure di informatizzazione: nella banca dati ci saranno le schede dei ricoveri dalle quali si potrà partire per lo studio epidemiologico. Abbiamo anche accelerato sul Registro Tumori, entro la fine dell’anno saranno inseriti i dati del triennio 2010-2013 il che consentirà di stabilire eventuali correlazioni con fattori cancerogeni eventualmente presenti nella zona. Le neoplasie sono nella media italiana – ha spiegato ancora – riscontriamo un lieve incremento dei carcinomi allo stomaco, patologia correlata a fattori di familiarità e anche di alimentazione”.

Lo studio epidemiologico consentirà anche di monitorare gli eventuali fattori di inquinamento ambientale sui quali poi intervenire con politiche ed azioni mirate e rigorose, come ha specificato il presidente Toma.

“E’ infatti rilevante anche per comprendere cosa tenere sotto controllo. Abbiamo le centraline ma dobbiamo essere certi che stiamo monitorando i pericoli giusti” ha chiosato il governatore. Un progetto pienamente condiviso, ha sottolineato anche il dirigente della Direzione Salute Lolita Gallo, “l’unico modo per stare vicino alla popolazione e sarà solo l’inizio: la conoscenza ci permetterà di fare interventi mirati, per rispondere ai bisogni di salute con altri studi sul territorio che ci daranno le informazioni giuste sulle azioni da porre in essere. Lavoriamo per arrivare agli stessi standard delle altre regioni, così come stiamo facendo per il fascicolo elettronico, per l’anagrafe vaccinale. L’informatizzazione ci aiuterà a usare i dati, a dare risposte e a trovare le risorse mirate per ogni specifica tipologia di bisogno”.

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