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Sicurezza, raggiunto l’accordo. Federico: la Fiat chiuda Termoli. Sciopero fino al 23 marzo

Continua la protesta sindacale, con gli operai, preoccupati per il contagio da Coronavirus. Intanto la Uiltec segnala che per volontà della direzione aziendale in fabbrica non si possono usare le mascherine


CAMPOBASSO. “Giusto non fermare il Paese, ma bisogna garantire sicurezza ai lavoratori”. E’ quello che ha dichiarato il deputato del M5s sull’accordo raggiunto dal premier Giuseppe Conte tra sindacati e rappresentanti di categoria.

“In questo momento – ha detto il parlamentare molisano – le priorità sono la tutela della salute dei nostri cittadini, il contenimento del contagio e la miglior gestione del nostro sistema sanitario nazionale. Ma abbiamo anche il dovere di coniugare contingenze sanitarie e contenimento delle ricadute economiche facilmente prevedibili”.

Quindi il riferimento alla situazione della Fiat Powertrain di Termoli, dove è iniziato lo sciopero per la decisione aziendale di tenere aperto lo stabilimento.

“Sono convinto che con la collaborazione di tutti, e nel rispetto dell’accordo siglato con il Governo – ha detto Federico – le sacrosante rivendicazioni dei lavoratori avranno tutte le risposte che meritano. Risposte in termini di sanificazione degli ambienti comuni, distanze tra operatori, dispositivi di protezione individuali, controlli medici all’ingresso, riduzione delle produzioni e chiusura dei reparti non indispensabili. E ancora: incentivi al lavoro agile ove possibile, utilizzo di ferie, ma anche garanzia di ammortizzatori sociali adeguati per coprire le ore di mancato lavoro retribuito”.

“Ora, però, mi aspetto che Fiat, così come fatto da altre aziende, chiuda lo stabilimento fin quando non riuscirà ad applicare i contenuti del protocollo e, quindi, a mettere in sicurezza i lavoratori.  Se tutti faranno la propria parte – ha concluso Federico – sono convinto che ne usciremo più forti di prima”.

Sulla situazione della Fiat di Termoli interviene anche il segretario regionale della Uiltec Carlo Scarano, che segnala un episodio che fa riflettere. “Il direttore di stabilimento – ha dichiarato il sindacalista – proveniente dalla zona rossa di Padova, sua provincia di residenza (avrà avvisato l’autorità preposta e il suo arrivo da Montecchio, con due casi di Covid-19) varcando i cancelli dello stabilimento di Termoli ed avendo visto lavoratori con le mascherine li invitava a toglierle chiedendo e il carnevale in Molise avesse una durata più lunga”. Da qui l’incontro con la Rsu e il malcontento di lavoratori e sindacati, ora in sciopero. 

Uno sciopero che, hanno fatto sapere Soa e FlmUniti, continuerà fino al 23 marzo. “Tutto andrà bene, restate a casa, sono vietati assembramenti quindi anche tutti i tipi di manifestazioni pubbliche – l’ironia del sindacato – intanto si autorizzano gli ammassamenti sui bus e nelle fabbriche alla faccia di tanti uomini e donne, padri e madri di famiglia che già precariamente arrivano alla fine del mese. Altro che sanificazioni, è soltanto una lavata di faccia”.

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