L’associazione, finita nell’occhio del ciclone per aver effettuato una riproduzione del bambino del Paleolitico, risponde alla Direzione Musei Molise che nei giorni scorsi ha preso le distanze dall’operazione


ISERNIA. Dall’idea di un cartoon per simboleggiare il bambino del Paleolitico di Isernia, alla più aspra polemica sulla liceità della rappresentazione. Ed ecco che l’associazione di promozione sociale, senza scopo di lucro, PrHomo, che ha realizzato il ‘personaggio’ Janka, si trova a rispondere alla Direzione Musei Molise, rivendicando il diritto costituzionale alla libertà di espressione e precisando di non voler interferire con l’attività scientifica portata avanti dagli addetti ai lavori.

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“L’associazione di promozione sociale PrHomo – scrive in una lunga nota, della quale riportiamo alcuni stralci, il presidente Giulio de Jorio Frisari – si presenta come espressione genuina e indipendente della comunità, essa intende affiancare e sostenere le istituzioni locali nella promozione della coesione e dello sviluppo, esercitando il proprio diritto alla libertà di espressione nelle sue varie declinazioni in conformità con il dettato della Costituzione (art. 21) e della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo (art. 10).
Diversamente, opinando rispetto alla Vostra del 9 marzo (il riferimento è appunto al comunicato della Direzione Musei Molise), ritengo che le prospettazioni ivi contenute siano il frutto di un grave travisamento dei fatti e di un frettoloso esame degli intendimenti dell’Associazione, unicamente finalizzati alla valorizzazione del nostro comune patrimonio storico-culturale, che non può
certamente considerarsi monopolio esclusivo di chicchessia. […] Peraltro, dal comunicato stampa emanato dall’associazione non si rileva affatto l’assegnazione del nome Janka alla ricostruzione tridimensionale commissionata da codesta Direzione, che non è mai stata obiettivo presente nelle corde dell’associazione. Stanti i suddetti chiarimenti, è palese che il personaggio creato dall’associazione non interferisce con le attività scientifiche; anzi, vuole distanziarsene nettamente. Janka è cartoon e personaggio a sé stante; è una produzione della fantasia creativa (art. 27 LG Convenzione internazionale sui Diritti umani) nei termini dettati dalla tradizione cartoon, traendo libera ispirazione dal ritrovamento, e sviluppandolo nei termini della libera creatività, e a tal proposito intende con questa nota ribadire il diritto del cittadino alla immaginazione. Il canone che genera Janka è eminentemente retorico e dunque metaforico. Del resto il disegno dichiara apertamente questo concetto, essendo sviluppato proprio
in termini liberi da riferimenti specifici e non presentando, per intenzionale ed autorevole scelta autoriale, nessuna caratteristica fisiognomica che possa in alcun modo richiamare lo specifico del bambino heidelbergensis, tantomeno l’abbigliamento vuole corrispondere ad alcun dato scientifico, posto invece per un gusto appena cedevole al divertissement, ancora, come qui ricordato, tratto tipico del cartoon. […] Janka, dunque, – prosegue il professor de Jorio Frisari – sottende a possibili operazioni di marketing e di incoming finalizzate allo sviluppo locale ed
in sostanza estranee alle competenze ministeriali, non riservate alle sole competenze degli enti territoriali che, per le stesse, ben possono collaborare con l’associazionismo volontaristico privato (art. 18, 19 e 27 Linee guida Conv. Diritti umani – art. 21 Cost. – art. 112 Codice BB.CC.).
Il coinvolgimento del Comune di Isernia (ad oggi solo una proposta) va esattamente in questa direzione”.