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Turismo post-Covid, Manuele Martelli: “È ora di liquidità e di una cabina di regia regionale”

L’INTERVISTA/ Esperto in Ospitalità e Territori, già direttore marketing dell’Hotel San Giorgio di Campobasso, è curatore di progetti turistici di ‘Incoming Molise’ ed è specializzato in Management dell’Hotellerie. Co-fondatore del marchio di successo ‘Il Molise non esiste’, commenta: “Si va verso il turismo della salubrità, per noi un’opportunità irripetibile. Ma il processo va accompagnato, servono urgentemente una cabina di regia istituzionale e fondi immediati all’industria del turismo locale”


CAMPOBASSO. Ha partecipato al dibattito nazionale ‘Turismo e industria alberghiera nel post pandemia’ sin dal primo momento. In Molise, Manuele Martelli, anche attraverso la rubrica ‘Ospitalità e Territori’, ha inaugurato la discussione sul tema suscitando l’interesse di operatori del settore. Proprio in regione, infatti, diversi soggetti privati del turismo hanno deciso di federarsi con lo scopo di governare il processo di mutamento turistico post-Covid, “prima che sia troppo tardi”.

D: Turismo, salubrità e post-pandemia sono i temi da te lanciati e che hanno dato il via al dibattito in Molise. Quali scenari regionali in previsione?

R: Paradossalmente, il day-after-lockdown può rappresentare un’opportunità di sviluppo per il nostro territorio. Oggi anche gli osservatori nazionali e gli studi effettuati sembrano confermare la mia teoria: nel post-pandemia saranno gli ‘isolati geografici’ come il Molise ad attirare i flussi turistici. Riflettori puntati sulle piccole mete fuori dai luoghi comuni, ancora vergini, che prediligono la dimensione umana, etica e sostenibile. Si va verso il turismo della salubrità. Che abbraccia anche il tema del particolarismo gastronomico, del legame indissolubile con il territorio. Paradigmi verdi, circuiti slow. E anche in quanto a lentezza, può sembrare ironia, abbiamo una marcia in più. Lentezza che si è riversata persino sulla diffusione del virus: fattori demografici ed orografici tutti molisani, preziosi in tempo di pandemia, hanno rappresentato la più efficace barriera al propagarsi del contagio. Stiamo praticamente dicendo di essere la meta ideale per il turismo nazionale della salubrità e di avere anche la fortuna di poter elevare a vantaggio, ora o mai più, gli svantaggi della non esistenza e dell’isolamento. È come avere l’oro tra le mani. Ma sono processi delicati che vanno governati immediatamente. Governarli ora significa collettivizzare i benefici in un secondo momento e distribuire humus-nutrimento per l’intera economia regionale. Perché è bene chiarirlo, l’indotto da attività turistiche regge a catena un numero elevatissimo di economie collaterali.

D: Come si sta muovendo il comparto turistico nazionale e cosa accade nelle altre regioni?

R: Mentre il comparto è in attesa di conoscere i contenuti del decreto salva-turismo del Governo, si è discusso di alcune proposte (dai voucher vacanze alla deducibilità fiscale) che non hanno particolarmente entusiasmato l’industria alberghiera e gli operatori del turismo. Le aziende chiedono liquidità immediata. Sono tra le più mortificate dalla pandemia. Nello specifico, comunque, e al netto delle preoccupazioni dovute al crollo anche del 100% delle prenotazioni, l’hotellerie è alla ricerca di un nuovo approccio, di un nuovo paradigma comportamentale con le OTA (Online Travel Agency), le piattaforme quali Booking ed Expedia per intenderci, che drenano non poche risorse attraverso le commissioni. Le agenzie di viaggio, le destination company e i tour operator, tra le prime realtà aziendali violentemente colpite al pari dell’industria alberghiera, seguono attentamente gli sviluppi delle previsioni sui flussi turistici per meglio plasmare nuove offerte e al tempo con le contingenze. Nelle altre regioni, neanche a dirlo, le piccole destinazioni si stanno già organizzando, scalpitano e bramano di riuscire ad essere percepite per prime dall’opinione pubblica nazionale come mete ideali per il turismo salubre da post-pandemia Italia-Italia. In sostanza, altrove stanno già istituzionalizzando il dibattito. L’idea dell’Area Virus Free, come proposto per il Molise dall’avvocato Luigi Iosa, inizia a fare gola a molti altri territori. E’ questione di tempo. Chi dorme, non prende pesci.

D: Quali i suggerimenti per le istituzioni del Molise a sostegno del comparto turismo e quali processi avviare a livello istituzionale per cogliere l’opportunità del turismo post-Covid?

R: Bisogna ribadirlo. Per i motivi su esposti, il Molise può cogliere una opportunità irripetibile. Per questo molti operatori privati del turismo molisano sono già in una fase matura di discussione ed è nata l’idea della prima federazione regionale che governi questo processo di mutamento. La Federazione dovrà fungere da guida, sarà laboratorio composto solo e soltanto da professionisti del settore che il turismo lo masticano tutti i giorni; sarà strumento didattico, di mutua assistenza, di progettazione, creatività e stimolo. Sarà una Federazione al passo coi tempi, tecnologica, innovativa, che spazzi via quell’autoreferenzialità che spesso pervade e danneggia il comparto del turismo in Molise. Sarà una Federazione indubbiamente figlia delle contingenze, ma che guarda già al futuro. Ne sentiremo parlare. A livello istituzionale, la Regione potrebbe prevedere un piano di sostegni ad hoc per il solo comparto del turismo. Che, ad adiuvandum, traina a sua volta anche altre economie. Liquidità immediata da iniettare in favore dell’industria alberghiera e degli operatori turistici. Piccoli aiuti, ma aiuti. Non prestiti. Pratiche celeri per accedere alla liquidità con l’obbligo di investire le somme ottenute in attività di comunicazione e marketing territoriale, in formazione, aggiornamento, elaborazione di nuova offerta turistica, a copertura di spese di canoni, locazioni e utenze. Le istituzioni locali, dalla Camera di Commercio alla Regione, dalle associazioni di settore agli enti a vocazione turistica devono spingere sull’acceleratore e istituzionalizzare il dibattito attraverso una cabina di regia composta da professionisti del turismo. L’Isnart, che è l’Istituto Nazionale delle Ricerche Turistiche, società del Sistema Camerale, ha avviato proprio in queste ore un’indagine a livello nazionale, cui ho partecipato, per chiedere agli albergatori e agli operatori del settore turismo, tra le altre cose, quale supporto immaginano di ricevere dalle Camere di Commercio in questa fase. Ma c’è da mettere il turbo. In settimana, poi, si dovrebbe conoscere il nome dell’azienda che si aggiudicherà l’affidamento di Servizi di Comunicazione e Information Technology nell’ambito del Piano Strategico Regionale per lo Sviluppo del Turismo della Regione Molise. Anche la comunicazione turistica e il marketing territoriale dovranno mutare in questa fase. C’è urgente necessità di istituzionalizzare il dibattito sul mutamento del turismo post-Covid in Molise. Un’opportunità da cogliere al volo. Se è di strategia turistica che vogliamo parlare.

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Pasquale

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