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Coronavirus, Arcuri: “L’Italia è il primo Paese al mondo per tamponi fatti”

In relazione agli abitanti. Il commissario per l’emergenza chiarisce anche alcuni aspetti legati alla ‘Fase 2’, dalla prudenza nel lockdown al tracciamento dei contagi tramite App. Poi polemizza con chi ha criticato la scelta di calmierare il presso delle mascherine: è senso civico


In vista della fine del lockdown, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri mette alcuni puntini sulle ‘i’. Su diversi dibattiti temi.

Primo fra tutti, quello dei tamponi.

L’Italia – ha dichiarato – “è il primo Paese al mondo per tamponi fatti in relazione al numero di abitanti”. Tuttavia, gli esami eseguiti “sono ancora pochi e ne dovranno esser fatti di più, ma facciamo pace con noi stessi e mettiamo i cittadini nelle condizioni di avere tutte le informazioni e le risposte che meritano”. Secondo i dati del Commissario, – riportati da TgCom24 – in Italia sono stati fatti lunedì 2.960 tamponi ogni 100mila abitanti, in Germania 2.474, “il 20% in meno”, in Gran Bretagna 1.061, un terzo dell’Italia, e in Francia 560, un sesto del nostro Paese.

Arcuri interviene anche sulla questione mascherine, dopo le polemiche di quanti non hanno accettato di buon grado la decisione di calmierarne il prezzo. “Il mercato italiano non è ancora pronto per fissare il prezzo giusto di vendita delle mascherine – ha detto – L’idea che fissare un prezzo massimo abbatta la capacità dell’impresa italiana di produrle è superficiale. E’ economia di guerra? No, è senso civico. E’ un danno per chi vuole guadagnare sul dolore? Sì e lo rivendico con orgoglio”. Dal 4 maggio saranno distribuiti 12 milioni di mascherine al giorno, “tre volte l’attuale fornitura. Dal mese di giugno – ha aggiunto – arriveremo a 18 milioni, dal mese di luglio 25 milioni e quando inizieranno le scuole a settembre potremmo distribuire 30 milioni di mascherine al giorno, undici volte quel che distribuivamo all’inizio dell’emergenza”. E sul punto anche il ministro dell’Economia Roberto Gualteri è intervenuto. In audizione sul Def ha annunciato: “Elimineremo l’Iva sulle mascherine per tutto il 2020”.

Il Commissario si è poi espresso sulla ‘Fase 2’, manifestandosi strenuo sostenitore della linea della cautela. “Non si può attendere che il rischio sia pari a zero per ripartire, – ha evidenziato – ma non si può uscire sottovalutando o ignorando i rischi che corriamo. I fatti valgono più dei nostri desideri“. Le critiche al governo – ha aggiunto – “sono il segno che le decisioni adottate sono state ispirate da una giusta dose di prudenza”.

Infine, riferimento alla questione del tracciamento dei contagi tramite App in relazione alla privacy. Per quanto riguarda “Immuni” non è stato ancora stabilito se i dati raccolti saranno conservati sui device dei cittadini o su un server pubblico. “Al momento dello sviluppo – ha chiarito Arcuri – si potrà decidere se lasciarli sul telefonino e/o su un server pubblico e italiano. In ogni caso non cambia nulla sulla piena e assoluta garanzia della privacy”.

 

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