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Colpo di scena alla vigilia del Tar, spunta l’assist per Tedeschi e Scarabeo: giallo sulla data di estromissione

L’ISTANZA DI REINTEGRA. Arriviamo così al 4 maggio, quando Tedeschi e Scarabeo, con una nota, scrivono a Micone di voler essere reintegrati in aula. Per la precisione, l’istanza chiede di calendarizzare all’ordine del giorno del Consiglio regionale la presa d’atto della loro assunzione nella funzione di consigliere, invocando l’articolo 12, comma 1, della legge regionale n. 1/2020 (Legge di stabilità).

LA LETTERA ASSIST. Micone risponde con comodo, solo il 1^ giugno, con una lettera che isNews ha avuto modo di visionare. E scrive che “con deliberazione n. 96 del 20 aprile 2020, il Consiglio regionale, preso atto della cessazione dalla carica” degli assessori e ritenendo cessata la supplenza dei 4 primi subentrati nelle funzioni di consigliere regionale come effetto automatico del ripristino della posizione di consigliere degli ex assessori, “aveva proceduto, ai sensi del comma 4 dell’articolo 15 della legge regionale n. 20/2017, a disporre la revoca della supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere regionale”.

Proprio qui sta il nodo che ora solo i giudici del Tar potranno sciogliere: dal 13 maggio la pronuncia non c’è ancora stata, visto che Giacomo Papa, avvocato del presidente Toma, aveva incassato il rinvio da parte del Tribunale amministrativo dopo aver chiesto la discussione del giudizio. L’udienza era stata infatti rinviata al 10 giugno, ma Papa stavolta non ha reiterato la richiesta di discussione da remoto e quindi la causa passa in decisione sulla base degli atti scritti depositati.

Nel bel mezzo, dunque, Micone replica a Tedeschi e Scarabeo dicendo che non hanno diritto a essere reintegrati perché non sono più consiglieri, essendo stati dichiarati decaduti dal Consiglio regionale nella seduta del 20 aprile. Una conferma – forse per una svista, vogliamo credere – della tesi difensiva, che con Romano, Zezza e Ruta sostiene che Micone non avrebbe potuto estromettere Tedeschi e Scarabeo già dal 17 aprile, prima ancora che il Consiglio deliberasse in tal senso il 20 dello stesso mese. Ovvero, solo tre giorni dopo la lettera dello stesso Micone che li dichiarava fuori dall’assise.

Se il Consiglio ha disposto la decadenza dei ricorrenti il 20 aprile, con quali poteri Micone ha deciso di non convocarli già il 17, tre giorni prima che l’assise deliberasse in tal senso? E cosa sarebbe successo, se al contrario fossero stati presenti in aula, durante la discussione?

Parola al Tar.

 

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Pasquale

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