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Isernia, provincia dimenticata: lo spot sul Molise che ignora un territorio, scivolone della politica

Un video istituzionale commissionato dal Consiglio regionale per promuovere il nostro patrimonio artistico, culturale e naturalistico: ma il Paleolitico, Castel San Vincenzo, Pietrabbondante, la riserva Mab Unesco e tanto altro sono assenti ingiustificati


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Precisiamo da subito che il campanilismo non c’entra nulla, onde evitare sterili polemiche. E diciamo ancora, perché non si offenda nessuno, che il video spot sul Molise per la ripresa post Covid-19, commissionato dal Consiglio regionale al videomaker di Termoli Manuel Bove e divulgato ieri a mezzo stampa, ci è piaciuto, a livello tecnico e anche per la scelta della suggestiva colonna sonora.

Quello che non ci piace, affatto – ma qui il videomaker non ha assolutamente alcuna responsabilità – è il fatto che il Molise, evidentemente, nella mente dei politici regionali, estende i suoi confini fino a Bojano. Oltre, terra di nessuno. Nel video dal titolo ‘Molise, piccola grande bellezza’, infatti, manca l’essenza culturale della provincia di Isernia: il museo del Paleolitico con il dentino del bimbo preistorico, il resto umano più antico d’Italia vecchio di 600mila anni; il Verlasce di Venafro; il teatro sannitico di Pietrabbondante; l’abbazia benedettina di San Vincenzo in territorio di Rocchetta a Volturno, con lo straordinario ciclo di affreschi della Cripta di Epifanio; il museo internazionale della Campana di Agnone; il borgo antico di Monteroduni, di recente inserito nell’Assocastelli, entrando di diritto nei comuni storici d’Italia; Fornelli, inserito tra i borghi più belli d’Italia; la basilica di Castelpetroso, visitata da ben due Papi negli ultimi 25 anni.

GUARDA IL VIDEO

L’elenco non si esaurisce certo qui e, del resto, è lo stesso comunicato del Consiglio regionale che, con un evidente slancio di tafazzismo, nel presentare il bel filmato di Bove parla tuttavia di “video che si inserisce nel contesto del Piano della Comunicazione pubblica varato dall’Ufficio di Presidenza dell’Assise consiliare, e che sottolinea il ruolo attivo, propositivo e propulsivo della stessa nel promuovere e far conoscere il patrimonio culturale, artistico, naturalistico regionale, ben oltre i confini molisani, e motivare le comunità locali verso una pronta e decisa ripresa del tessuto economico, sociale, turistico, culturale, incentivare una vera propria forma di riscatto del Molise e dei molisani”. Dunque, si parla esplicitamente di patrimonio culturale e artistico e di riscatto del Molise e dei molisani. Tutto bello e tutto giusto: ma la provincia di Isernia è dimenticata quasi completamente. E, visto che si parla anche di natura, non ci pare di ravvisare alcuna immagine che si riferisca, sempre per fare degli esempi, alla riserva Mab di Collemeluccio-Montedimezzo in alto Molise, entrata ufficialmente a far parte del Network Mondiale delle Riserve della Biosfera, ovvero delle aree incontaminate riconosciute dall’Unesco. O alle cascate di Castel San Vincenzo, finite di recente sul profilo Instagram del Corriere della Sera nell’ambito del progetto #bellezzeditalia. O, ancora, al Giardino della flora appenninica di Capracotta, con la sua splendida montagna apprezzata da sempre dagli amanti dello sci di fondo di tutta Italia.

Insomma, il Consiglio regionale ha praticamente dimenticato le bellezze di 52 comuni o quasi. E ha diffuso un video istituzionale che rappresenta solo una fetta del territorio, parlando di riscatto dell’intera regione e del suo popolo. Un autogol, insomma, che però, presumiamo, è pagato con i soldi di tutti i cittadini, anche quelli della provincia di Isernia. Poco o molto che sia costato, il video commissionato dal Consiglio regionale, così, non rappresenta appieno il Molise. Eppure, di politici della provincia pentra, in Consiglio regionale, ce ne sono una decina, tra consiglieri e assessori. I primi a fare brutta figura sono loro, visto che sono espressione di quegli stessi territori che, in un video promozionale, non ci sono. Territori ‘assenti’. Anzi, assenti ingiustificati. Alla faccia del turismo, del rilancio e di tante altre parole al vento.

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