HomeOcchi PuntatiPandemia, considerazioni ad alta voce

Pandemia, considerazioni ad alta voce

Le richieste e i protocolli che uniformino in maniera assoluta ogni azione e decisione sembrano invece muovere dall’errata convinzione che esistano azioni e interventi “universali”, semplici e vincenti, per l’eliminazione del rischio o per la sua massima attenuazione.
È bene riflettere, invece, sul fatto:
che le linee guida tracciano percorsi vari da seguire in base alla disponibilità dei dati, alla presentazione del caso concreto, all’analisi di tutte le molteplici variabili che si presentano inevitabilmente; che la decisione finale, sulla base di una elaborazione intellettuale e non esecutiva né automatica, spetta solo a chi ne detiene le competenze professionali e, conseguentemente, ne risponde anche in termini di responsabilità; che la rapida evoluzione della pandemia e delle conoscenze ad essa correlata impongono modulazioni ed integrazioni altrettanto veloci.

La conoscenza di tali dinamiche dovrebbe comportare un atteggiamento di affidabilità e di fiducia da parte dei non addetti ai lavori, evitando iniziative, improvvisazioni, protagonismi non qualificati, comunicati pubblici che finiscono per alimentare un clima di incertezza e di confusione che non giova alla gestione di situazioni già critiche di per sé e non aiuta chi ne è responsabile.

Il terzo aspetto da affrontare in questo momento è l’approccio psicologico dell’operatore di polizia. La seconda fase della pandemia, riproponendo temi e scenari che si pensava fossero definitivamente superati, può acuire senso di scoramento e di rassegnazione in ogni persona. Per chi svolge professioni d’aiuto, come per operatori sanitari e di polizia, il continuo far fronte a contesti emergenziali può ingenerare un senso di impotenza e di esaurimento funzionale ed affettivo.

E’ importante essere consapevoli che la pandemia finirà comunque nei prossimi mesi e che, al di là del numero dei contagi, il decorso della malattia non è critico nella maggior parte dei casi, pressoché costantemente in assenza di note condizioni predisponenti.

E’ allo stesso modo necessario ricordare come i possibili interventi di un operatore dedito al soccorso di terzi, nelle condizioni di emergenza, sia per definizione deficitario rispetto alle richieste; tuttavia, allo stesso modo, la quota di quello che può concretamente fare rappresenta un’azione irrinunciabile e importantissima ed è a quello che si è fatto che si dovrà pensare alla fine del servizio, non a ciò che non è stato possibile fare.

Non servono atteggiamenti di stoicismo e di sovraesposizione: salvaguardare il proprio stato di salute in questa fase è prioritario anche per la tutela dei propri cari, dei colleghi e della popolazione. Da questo punto di vista si ribadisce perentoriamente l’indicazione a non recarsi in servizio ogni qualvolta siano presenti sintomi che possano essere correlati a COVID-19 e si richiama la necessità di aderire strettamente alle procedure di profilassi raccomandate: i corretti modelli e di comportamento costituiscono, oltre che strumenti per tutelare la propria salute, un esempio per tutta la popolazione.

*responsabile dell’Osservatorio del Codice della Strada, settore de ‘Il Quotidiano del diritto on line’ de ‘Il Sole 24 Ore’

 

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