HomeNotizieCRONACACavallo pentro, allevamenti nel mirino degli animalisti: scatta la segnalazione in Procura

Cavallo pentro, allevamenti nel mirino degli animalisti: scatta la segnalazione in Procura

L’ha presentata la sezione molisana dell’associazione ‘Stop animal crimes Italia’ per accertare possibili irregolarità a Montenero Val Cocchiara


ISERNIA. Presunte irregolarità in alcuni allevamenti di cavalli a Montenero Val Cocchiara. Le ha denunciate annunciando una segnalazione in Procura a Isernia la sezione molisana dell’associazione ‘Stop animal crimes Italia’.

La notizia è stata riportata da Primonumero. Tutto è nato dopo tre sopralluoghi svolti dai rappresentanti dell’associazione giunti nell’area di Pantano della Fittola in seguito alle segnalazioni su sospette irregolarità commesse da alcuni allevatori del posto. Irregolarità riscontrate anche dagli animalisti che oggi si rivolgeranno agli inquirenti per chiedere loro di fare chiarezza sulla vicenda nella quale è in ballo anche l’impiego di soldi pubblici. “Ogni allevatore di Montenero Val Cocchiara – spiega Giancarlo Calvanese – percepisce 500 euro di finanziamenti europei che vengono erogati tramite la Regione Molise. Le normative prevedono che i cavalli vadano tutelati, che abbiano un ricovero nelle stalle e che vengano nutriti. Tali obblighi sono stati introdotti anche per salvaguardare l’ambiente circostante: se si lascia i cavalli pascolare tutto l’anno nel pianoro, aumenta la presenza di nitrati (rilasciato tramite gli escrementi) che inquinano le falde acquifere, come è stato rilevato tempo fa anche dall’Arpa”.

Quindi a novembre i cavalli devono essere ricondotti nelle stalle. A marzo, con l’arrivo della primavera, possono essere lasciati di nuovo liberi allo stato brado sul pianoro. Ma questo non avviene, come appurato dagli animalisti.
“Questa situazione – conclude Calvanese – va avanti da dieci anni: alcuni allevatori già erano stati richiamati dalle autorità competenti (sono intervenuti i Forestali e l’Asrem ad esempio) perché non erano a norma. Dunque, la nostra denuncia-querela nasce non solo a tutela degli animali ma anche della biodiversità di quel territorio. Abbiamo raccolto una serie di prove che dimostrano i reati commessi”.

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