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Covid, le inadempienze di Giustini e il Vietri ‘lazzaretto’. Le accuse della Procura al commissario

Il commissario alla sanità convocato in Tribunale a Campobasso per mercoledì 10 marzo, alle ore 10, per fornire spiegazioni ai magistrati guidati da Nicola D’Angelo. Per lui l’imputazione provvisoria di omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio


CAMPOBASSO. Emergenza Covid, la mancata attivazione del ‘Vietri’, non certo come “lazzaretto”, e la mancata attuazione di interventi fondamentali per assicurare ai molisani il diritto alla salute. Queste le accuse che la Procura di Campobasso ha mosso nei confronti del commissario alla Sanità del Molise Angelo Giustini, per il quale è stato avviato il procedimento di imputazione provvisoria per omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio.

Il commissario è stato convocato per mercoledì 10 marzo in Tribunale a Campobasso, per fornire spiegazioni ai magistrati della Procura guidata da Nicola D’Angelo, anticipati da ‘Il Giornale del Molise’.

Procura che nei suoi confronti indaga “per aver indebitamente rifiutato e comunque omesso atti che per ragioni di sanità pubblica dovevano essere compiuti senza ritardo, così determinando una situazione di gravissimo disservizio sanitario, sia nella gestione dei malati Covid che delle altre patologie tempo-dipendenti, comportanti criticità gestionali tale da portare alla saturazione dei posti letto e all’incapacità della struttura sanitaria regionale a far fronte al picco epidemico”.

Situazione che, ha ricostruito la Procura, ha indotto il governatore Toma a richiedere il 20 febbraio l’intervento della Protezione civile, “con pesanti ricadute sulla salute pubblica e con un numero di decessi verificatisi in un contesto di assistenza sanitaria reso ancor più grave dal suo rifiuto di iniziative doverose e dall’assenza di tempestivi interventi risolutivi”.

In particolare la Procura contesta a Giustini di aver omesso di attuare i piani di potenziamento e riorganizzazione della rete assistenziale, attivando presso il Vietri di Larino un centro per l’assistenza primaria dei malati con sintomi lievi e la riabilitazione territoriale post Covid, in modo da alleggerire la pressione sul Cardarelli e sugli altri ospedali del Molise. Mancato intervento che aveva comportato per il commissario un richiamo da parte dal Ministero della Salute e dal Mef.

La Procura poi punta il dito su un altro aspetto, la scelta fatta da Giustini, “nonostante il dissenso del sub commissario”, di nominare quale commissario straordinario per l’emergenza Covid il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, “attribuendosi così il potere di nomina spettante al Consiglio dei Ministri”. Tanto da beccarsi un altro monito del ministero guidato da Roberto Speranza.

Tra i passaggi contestati al commissario dalla Procura il non aver predisposto il piano di riorganizzazione del Vietri, presentando, sempre con il dissenso del sub commissario e nonostante la disponibilità di indicazioni tecniche da parte del vertice Asrem, un “progetto inqualificabile nel quale prevedeva, presso il Vietri di Larino, di una sorta di lazzaretto, con la sola apertura di un reparto di Terapia intensiva e di sub intensiva, in assenza degli elementi che la scienza medica e la disciplina di organizzazione sanitaria impongono”. Senza prevedere un pronto soccorso e servizi essenziali e con la carenza di medici, in particolare anestesisti e rianimatori.

Non mancano nell’indagine della Procura elementi riguardanti il Cardarelli di Campobasso, con gli impegni chiesti dal Ministero della Salute, per la gestione degli interventi di urgenza e l’assunzione dei medici mancanti. Impegni riguardanti anche il Veneziale di Isernia e il San Timoteo di Termoli.

Una serie di aspetti che hanno portato all’imputazione provvisoria, con l’inchiesta giudiziaria che procede mentre dal mondo politico, dagli stessi esponenti del M5s, arriva la richiesta di rimozione del commissario. Da non sostituire, chiedono pentastellati e dem, col governatore Toma.

 

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