La vicenda del commissario della Sanità del Molise, nominato dal governo Conte nel dicembre 2018 e che da ieri ha rinunciato all’incarico, paragonata all’affaire Cotticelli. Con l’epilogo ancora da scrivere


CAMPOBASSO. “Il Molise esiste. Come esistono i molisani. Purtroppo, però, qualcuno si è comportato come se non ci fossero, calpestando la loro salute e rendendo la regione la più vulnerabile alla pandemia e la meno attiva nell’affrontare l’emergenza”. 

Ora tutti si accorgono del Molise. Lo ha fatto questa mattina anche Repubblica, che con un articolo a firma di Fabio Tonacci ha portato all’attenzione della stampa nazionale la vicenda del commissario alla Sanità Angelo Giustini.

“Il Cotticelli del Molise”, così il giornalista di Repubblica ha definito Giustini, paragonando la fine della sua parabola, che si è concretizzata con le dimissioni, annunciate da qualche giorno e formalizzate ieri, con quella del suo omologo in Calabria. Il commissario Saverio Cotticelli, destituito su indicazione dell’ex premier Giuseppe Conte, perché non sapeva, così aveva dichiarato in un’intervista, che il Piano Covid avrebbe dovuto redigerlo lui.

Nell’articolo di Repubblica il riferimento all’inchiesta condotta dalla Procura di Campobasso, che ha portato alla notifica di un’imputazione preliminare per Giustini, con le ipotesi di reato di omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio, in relazione alla gestione dell’emergenza Coronavirus in Molise. Per la mancata deliberazione di atti di sua competenza, necessari all’erogazione dei livelli assistenziali in relazione all’emergenza pandemica. E per aver illegittimamente nominato il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano quale commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. Ruolo che il Consiglio dei Ministri aveva affidato a lui e che per i magistrati, così come per il Ministero della Salute, non avrebbe potuto delegare.

Nel mezzo le incertezze sul ‘Vietri’ di Larino, “un progetto inqualificabile, una sorta di lazzaretto”, come ha scritto il capo della Procura Nicola D’Angelo e come ha evidenziato Repubblica. Che rilancia il nuovo ‘affaire Cotticelli’, mentre si attende che il Governo nomini il nuovo commissario. Un ruolo per il quale, lo ha detto ancora una volta rilanciando la sua autocandidatura, il governatore Donato Toma si è detto disponibile. Con tanto di richiesta a Speranza e a Draghi. Che dovranno decidere sul dopo Giustini. In tempi brevi. Scrivendo il finale della vicenda.

Quella politica, perché quella giudiziaria va avanti. Col commissario che sarà sentito nei prossimi giorni in Procura. Per fornire la sua versione dei fatti. Di un‘indagine che starebbe per allargarsi. 

C.S.

Iscriviti al nostro gruppo Facebook ufficiale 

isNews è anche su Telegram: clicca qui per iscriverti 

Per ricevere le nostre notizie su Whatsapp, clicca qui  e salva il contatto!