Umberto Di Giacomo, componente del direttivo del partito: non siamo un’emanazione del Pd, abbiamo le nostre idee e le portiamo avanti. Sui candidati sindaci: il nostro rimane Federica Vinci, ma non ci ‘impicchiamo’ a un nome. Mano tesa a un ingresso di Francesca Scarabeo, ormai fuori da Azione: “Se condividesse la nostra linea, perché no?”. GUARDA LA TRASMISSIONE
di Pasquale Bartolomeo
ISERNIA. Ci sarà anche Volt, con una propria lista, alle prossime Comunali di Isernia. Se sarà collegata in coalizione o correrà in solitaria, ancora è presto per dirlo. Ma i giovani del partito progressista e paneuropeo saranno assolutamente della partita. Lo dice Umberto Di Giacomo, giornalista e componente del direttivo di Volt, nel corso della settima puntata di ‘Cose in Comune’, la trasmissione di isNews sulle prossime elezioni amministrative.
Di Giacomo – che ufficializza la sua candidatura a consigliere – ribadisce alcuni punti fermi sul discorso politico intavolato da Volt. Senza peli sulla lingua, spiega il perché della scelta di campo, nell’area del centrosinistra. Ma precisa: “In un’elezione amministrativa l’ideologia lascia il tempo che trova. Il nostro perimetro si chiude solo a chi, secondo noi, non ha fatto il bene della città. Il percorso tracciato da Volt – aggiunge – è ben definito e delineato: non stiamo costruendo un bagaglio di voti da spostare da una parte all’altra secondo le convenienze. Abbiamo le nostre idee e le proponiamo, e speriamo vengano valutate sulla base dei contenuti”.
A chi rimproveri Volt per aver voluto in un certo senso ‘fare le veci’ del Pd, chiedendo che il tavolo di coalizione venisse convocato, Di Giacomo ribatte convinto: “Il Pd finora è stato molto rispettoso della nostra voglia di fare. E il nostro tentativo di essere motore di unità iniziale nasce perché volevamo dare una scossa a una coalizione che appare stanca, anche agli occhi di tanti cittadini. Noi siamo una cosa a parte, con un nostro programma. Non dipendiamo dal Pd, non ne siamo un’appendice né un’emanazione”.
Volt ha indicato un proprio nome, agli alleati, come candidato sindaco, quella della dottoressa Federica Vinci, ma ha mostrato interesse anche per l’ingegnere Piero Castrataro, che guida l’associazione ‘Isernia Futura’. “Lo giudico una persona molto trasparente e corretta che ha un’abilità rara, quella di saper ascoltare – ha argomentato Di Giacomo – Ma non voglio ‘impiccarmi’ a un nome. Il nostro è e rimane Federica Vinci, che esprime un identikit, un profilo, che prevede alcune caratteristiche ben precise: aperta mentalmente, capace di guardare oltreconfine, non ideologizzata, persona che non mette steccati. Non possiamo più fare della chiusura un punto di forza. Il mio parere personale è che Castrataro sia persona meritoria che può dare sicuramente un impulso, ma rimango sul nostro nome, che per me è l’ideale. La sua candidatura è una carta che ci giochiamo per indicare la strada da seguire”.
Un volto nuovo, di soli 28 anni: sicuramente una novità, ma che va fatta conoscere in città e che paga, com’è normale che sia, una certa inesperienza amministrativa. “Però il sindaco non è un uomo solo al comando – puntualizza l’esponente di Volt – c’è la giunta, il cui valore è fondamentale. Il sindaco è il garante della coalizione, la giunta è il braccio operativo delle indicazioni scritte nel programma. Non sono convinto che un sindaco debba saper fare tutto”.
Un giudizio infine anche sull’amministrazione uscente, a cominciare dal sindaco. “Persona dalla grande caratura morale, forse gli è mancato un po’ il contatto con la gente in una città in cui è facile avere il contatto con la piazza. Non butto a mare tutto ciò che è stato fatto, anche se alcune cose, come la gestione delle strisce blu, sono state fallimentari – conclude – Le idee in alcuni casi c’erano, ma sono state fatte con un po’ di ritardo”.
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