Sotto 4-2 a un quarto d’ora dalla fine, dopo una gara condizionata dai soliti errori difensivi, la squadra di Cudini trova una quasi insperata reazione d’orgoglio e firma il 4-4 che tiene a debita distanza il Messina. Ancora un grande Liguori (doppietta), in gol anche Nacci ed Emmausso.


di Maurizio Cavaliere

La terza trasferta consecutiva del Campobasso (mai successo in questo estenuante campionato) si presenta sotto auspici poco propizi: squadra fisicamente in calo, salvezza diretta ancora in discussione, assenze pesanti, quella di Rossetti, al centro dell’attacco (squalificato) e Bontà (non convocato all’ultimo momento) e parte (per fortuna piccola) della piazza rossoblù che neanche si rende conto del miracolo fatto finora dalla squadra, che ha il supporto di una società con pochi danari.

Si viaggia dunque alla volta di Francavilla Fontana, avversario la temibile Virtus (che ha dimostrato nel complesso di essere più squadra e più forte del Foggia), con qualche timore di troppo, anche perché, in caso di insuccesso, ci sarebbe il rischio di sentire il fiato del Messina ancora più vicino.

A giudicare dai bookmakers non dovrebbe esserci partita: successo dei locali dato a 1.68, pareggio a 3.60 e vittoria dei lupi 4.80. I pugliesi, però, non sono in un gran momento. Non vincono da quasi un mese e vengono dal clamoroso tonfo interno col Picerno (poi il rinvio con la Turris).

Cudini manda in campo l’inedito undici composto da Raccichini; Menna, Dalmazzi, Sbardella; Fabriani, Tenkorang, Persia, Candellori, Vanzan; Liguori, Emmausso. 

Il tecnico marchigiano conferma il blocco di fiducia, aggiungendo Vanzan a centrocampo dove rientra dal primo minuto Persia.

Ma non è una questione di uomini, anche perché più o meno sono sempre gli stessi. Il lupo non perde il brutto vizio di complicarsi la vita. Per l’ennesima volta in questo campionato arriva un gol nei primi 5 minuti di gioco. Stavolta  non si entra neanche nel terzo: per la Virtus è tutto facile, segna Cosimo Patierno che, da eterno bomber di serie D si sta ora imponendo anche in terza serie.

Soliti vizi dicevamo in casa rossoblù, ma anche i pregi sono quelli conosciuti.  Il Campobasso è una squadra garibaldina, che gioca sempre nelle stesso modo sbarazzino: come se si fosse sempre sullo 0-0, come se nulla scalfisse la sua tenuta mentale. Neanche il tempo di imprecare e palla sulla sinistra per Emmausso che serve al centro l’accorrente Liguori il quale, proprio sulla linea dei 16 metri, lasciato colpevolmente solo dalla difesa locale, spiattella un destro preciso che s’infila rasoterra alla sinistra del portiere Nobile.

Esultano convinti i rossoblù perché rimettere subito sul binario giusto una gara così complicata non è da tutti. Una fiammata, quella di Liguori che sale a 9 reti tra i marcatori: davvero ‘esagerato’ il suo girone di ritorno.

Lui c’è quasi sempre. Non il Campobasso, come squadra, almeno quella che stiamo conoscendo in questo inizio di primavera ritardata. Basta poco per bucare la porta di Raccichini. Menna e Dalmazzi non reggono più la baracca: in dieci minuti la Virtus ne fa due, stavolta pescando il jolly dai difensori Pierno, giovanotto di casa, e il sempreverde Riccardo Idda, uno che ha vinto 4 campionati di serie D, uno di C e ha giocato, e bene, anche in serie B. Un giocatore di grande esperienza che il Campobasso non ha in rosa, e questo alla lunga può pesare.

Il primo tempo si chiude sul 3-1 per i locali e un dato che, a quattro partite e mezzo (il recupero del secondo tempo con la Turris, giovedì prossimo) dalla fine, mette paura. In 180 minuti (secondo tempo di Foggia, i due di Picerno e la prima frazione di oggi), in sostanza nel minutaggio corrispondente a due partite, il Campobasso ha subito 10 gol.

Arriva purtroppo anche l’11esimo della serie, firmato ancora da Patierno che segna direttamente su rinvio del suo portiere, beffando Raccichini da posizione impossibile, complice una frittata collettiva delle difesa rossoblù.

E’ un gol che potrebbe vanificare sul nascere le speranze di riscatto dei lupi, che si erano fatte più robuste dopo il momentaneo rigore realizzato da Emmausso al quinto minuto. Morale: al 54esimo minuto di gioco il Campobasso è sotto 4-2.

Si profila un’altra batosta per i lupi che resterebbero pienamente in corsa per la salvezza diretta, ma che parrebbero ormai entrati in un vortice psicologico negativo che, a 4 giornate dal termine, sarebbe molto pericoloso.

In realtà il Campobasso resta sempre in partita, anche quando tutto sembra precipitare. Cudini stavolta cambia prima del solito: si rivede Nacci e poi è il turno di Ladu: due centrocampisti da tempo usciti fuori dal radar del tecnico.

Anche grazie a loro i lupi cominciano a giocare bene e ad avanzare il baricentro. Nacci, addirittura, entra e segna con un gran sinistro al volo: difficile pretendere di più. E’ il gol del 3-4 che alimenta le speranze dei lupi, quando mancano 13 minuti più recupero: una vita… in un campionato livellato verso il basso. I rossoblù ci provano fino all’ultimo, spinti da una cinquantina di tifosi al seguito. Nei sei di recupero Cudini toglie pure Persia e inserisce un altro attaccante: Merkaj. Mossa disperata: non c’è tempo da perdere. Allora Ladu allarga il gioco sulla sinistra, palla per Bolsius che pennella a rientrare. La difesa della Virtus si schiaccia all’indietro, traiettoria centrale, rimpallo, sfera che balla a due metri dalla porta, si avventa ancora Liguori, stavolta con il sinistro, e insacca nell’angolino. Bell’azone e gol pesante perché consente al Campobasso di tirarsi fuori dalla spirale in cui si era cacciato e perché dimostra che questa squadra non muore mai. Un pareggio strappato con i denti, mentre il Messina non va oltre il pareggio in casa della Fidelis Andria. Avanti così, quattro punti da difendere e la possibilità, giovedì pomeriggio, di guadagnare un altro punticino. La Turris non è imbattibile: con la grinta vista oggi nei minuti finali nulla è impossibile.