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Roccamandolfi, quel castello in rovina che ha fatto la storia

Un giro sulla splendida fortezza diroccata che è stata ‘oscurata’ dal successo mediatico del ponte tibetano. Il sindaco Lombardi: “Ora lo tiriamo a lucido”. Su un lato a valle del maniero l’arrivo della prima zip line molisana, già realizzata. Le foto.


di Maurizio Cavaliere

Parzialmente oscurato dal clamoroso successo mediatico del ponte tibetano, il castello di Roccamandolfi meriterebbe qualche segnalazione in più lungo il cammino che porta alla sua ‘sontuosa rovina’. La storia di questa fortezza, le cui prime notizie risalgono al 1195, in relazione al conflitto tra Tancredi d’Altavilla e l’imperatore svevo Enrico VI per il possesso del Regno di Sicilia, è notevole oltre che affascinante. Tra il 1221 e il 1223 fu assalito dalle truppe di Federico II, nonostante la strenua resistenza del conte Tommaso di Celano e della moglie Giuditta (di Molise) che, nel frattempo, resisteva nella rocca di Bojano (Civita). Il castello fu conquistato e distrutto. Poi, come apprendiamo dall’Atlante castellano del Molise, realizzato alcuni anni fa dalla Sezione regionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, tante altre pagine di vissuto intenso e nobile per questo maniero, fino a quando, distrutto ancora una volta, da Bernardo di Rayano, non venne più ricostruito.

La splendida architettura, che sovrasta la valle dai suoi 1080 metri di quota, è rimasta parzialmente visibile. La cinta muraria è composta da cinque torri, tre dette a ‘cavaliere’. La parte residenziale è riconoscibile planimetricamente nell’impianto quadrato dalle mura più spesse e leggermente a scarpa.

Inserito come un gioiello grigio nell’intatto e incontaminato verde masesino, il castello sarà presto oggetto di un intervento che lo renderà più visibile anche dalla prospettiva più nascosta. La vegetazione è cresciuta e il maniero si perde un po’ alla vista dei visitatori. Ne abbiamo parlato con Giacomo Lombardi, giovane sindaco di Roccamandolfi che ci ha confermato la necessità di operare subito per migliorare l’impatto visivo del monumento: “Nelle prossime settimane saranno assegnate due Borse lavoro e, di conseguenza, provvederemo a tagliare sia l’erba lungo il sentiero che porta al castello sia quella incolta all’interno dello stesso”.

Saranno in questo modo più visibili i contorni della struttura, la torre a gola, il fantastico accesso con vista sul Matese, la sequenza di torri sulla murazione sud-ovest, ma anche il lato nord-est a picco sul torrente Callora. La torre maestra invece svetta già indisturbata per la gioia degli occhi di chi si affaccia dalle parti dell’antica ‘Rocca Magenula’. I visitatori saranno tantissimi, quest’estate ancora di più quando, speriamo a breve, entrerà in funzione la zip line (prima in Molise) che collega il colle del castello alla montagna di fronte: “Sulla struttura per ‘volare nel Matese’ potremo dare notizie precise da qualche settimana” ha detto Lombardi che stringe i tempi per tutte le autorizzazioni necessarie. In questa foto i cavi ben tirati e la postazione d’arrivo della zip line.

L’arrivo della zip line di Roccamandolfi a circa mille metri di quota.

Nel frattempo ci godiamo un paio di immagini della fortezza diroccata, gemma preziosa che tuttavia brilla come avamposto del nostro Matese. Grande storia e territorio non antropizzato: in questo angolo di Molise c’è un piccolo paradiso.  

Il castello di Roccamandolfi fu distrutto da Federico II tra il 1221 e il 1223

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