È tempo di guardare la Luna, non il McDonald’s

Non solo, un approccio immobilista dal punto di vista concorrenziale è un approccio profondamente gerontocratico. Che premia il vecchio rispetto al nuovo. Che conserva l’impiego di competenze obsolete rispetto a quelle competitive nel mondo ponendo barriere all’entrata. Che, quindi, premia le persone avanti con l’età a danno dei più giovani, i quali preferiscono sempre di più far fruttare altrove il frutto dei loro studi. Data la questione demografica che affligge strutturalmente il nostro paese e data la distribuzione del reddito nazionale già nettamente a favore delle classi più anziane, continuare ad assecondare questa cultura economica porterà ad esacerbare questo gravoso problema generazionale.

Per concludere, la questione si riduce quindi alla scelta fra due costi, fra due mali, ed il buon senso dovrebbe indurci a preferire di pagare il costo minore, che è anche il costo al quale si può far fronte più facilmente attraverso lo stato sociale. L’italiano medio prova culturalmente un’empatia esagerata per coloro i quali pagano il costo nel breve termine di avere concorrenza, la prova a tal punto da perdere completamente di vista chi in futuro sarà costretto a pagare i costi sul lungo periodo – ben maggiori e disastrosi – della pretesa di mantenere in vita imprese attraverso una limitazione della concorrenza. In più, siamo stati abituati a credere si potesse avere la botte piena e la moglie ubriaca da classi dirigenti incoscienti, che da decenni hanno assecondato e assicurato tutto e il contrario di tutto. Ci è stato promesso e abbiamo chiesto un taglio del cuneo fiscale e contemporaneamente ci è stato promesso e abbiamo chiesto un aumento della spesa pubblica, per esempio. Stesso discorso vale per la richiesta e la promessa di salvaguardia delle piccole imprese contemporaneamente alla richiesta e alla promessa di una rinascita dell’economia. Il tutto senza la minima prospettiva di lungo periodo e senza una minima cognizione del fatto che nulla è davvero gratis, e che, prima o poi, la polvere che nascondiamo sotto il tappeto tornerà a travolgerci in maniera di volta in volta più insistente. Insomma, non moriremo di McDonald’s, ma di shortermismo. Ed è forse il tempo di guardare la luna, non il dito. 

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Pasquale

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