HomeNotiziePOLITICA & ATTUALITA'Decreto Aiuti bis, l’allarme dei sindacati: l’aumento delle pensioni è insufficiente

Decreto Aiuti bis, l’allarme dei sindacati: l’aumento delle pensioni è insufficiente

La Cisl Molise accende i riflettori su un tema di particolare interesse soprattutto alla luce dei rincari che si stanno registrando


CAMPOBASSO. L’aumento delle pensioni contenuto nel decreto Aiuti bis è insufficiente. Ne è convinta la Cisl che accende i riflettori su un tema di stretta attualità.

La misura prevede per le mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, inclusa la tredicesima mensilità, un incremento delle pensioni che sarà del 2% per la quota fino a 2.097,40, dell’1,80% per quella fino a 2.621,75 euro e dell’1,50% per quella fino a 2.962 euro lordi.

La rivalutazione delle pensioni è un tema naturalmente di particolare interesse visto il vorticoso aumento del costo della vita. Ogni famiglia italiana spenderà 1.516 euro in più nel 2022 per luce e gas rispetto all’anno precedente: 2.771 euro quest’anno, contro i 1.255 del 2021: un aumento del 120,8%.

“Mediamente – dichiara il coordinatore della Fnp Cisl Molise Riccardo Mascolo – un pensionato molisano del settore privato percepisce 766,51 euro. Un pensionato dipendente pubblico in Molise percepisce 1.964,46 euro. Le indennità di accompagnamento in Molise sono 10.405 e non prevedono nessun incremento”.

Il coordinatore della Cisl Molise Antonio D’Alessandro afferma che a ottobre “il 94% dei pensionati molisani si vedrà riconosciuto l’incremento del 2% stabilito col Decreto Aiuti Bis: un aumento che segue i criteri delle perequazioni (ma non è una perequazione) e, a seconda della fascia di reddito, va dai 10 a un massimo di 52 euro. Per quanto riguarda il Molise, la metà dei pensionati vedrà un incremento di circa 30 euro”.

“Questo beneficio – precisa Riccardo Mascolo – si replicherà anche negli assegni di novembre, dicembre e tredicesima. Con la pensione di novembre, invece, scatta il bonus 150 euro, che il Decreto Aiuti Ter prevede una tantum per i pensionati con un reddito annuale fino a 20mila euro lordi (cioè poco più di 1.500 euro lordi al mese). Indubbiamente sono soldi utili, ma è evidente che sono insufficienti a contrastare il costo della vita che, tra prezzi dei beni al consumo e caro bollette, è diventato insostenibile per i redditi medio-bassi”.

“I pensionati – conclude Antonio D’Alessandro – non accettano più questi interventi in corsa, che pur sono doverosi visto l’evolversi quotidiano della situazione internazionale. Proprio l’alta platea dei pensionati beneficiari dei vari bonus, previsti con la decretazione di questi mesi, impone una seria riflessione sul futuro della categoria, per la quale la tenuta del potere d’acquisto del proprio assegno è fondamentale. La tassazione sulle pensioni in Italia è troppo alta, il 30% in più degli altri Paesi. Su un assegno da 1.500 euro da noi si pagano 600 euro di tasse, in Germania 60”.

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