Scommessa vinta: le maschere zoomorfe trasformano Isernia nella capitale europea del Carnevale

Un tripudio di colori, danze, antichi riti e sonorità si è riversato per le vie della città, con migliaia di cittadini e turisti a lasciarsi trascinare. Che hanno assistito a un evento rarissimo: la nascita di una nuova tradizione. GUARDA IL VIDEO E LE FOTO


di Pietro Ranieri

ISERNIA. Chiunque sia stato a Isernia ieri, 25 febbraio 2023, potrà dire di aver assistito a un evento storico: la nascita di una nuova tradizione cittadina. Solo il tempo dirà se quest’affermazione è vera o se tutto si diluirà disciogliendosi nel solito marasma di interessi e giochetti per attribuirsi meriti e medaglie – pratica molto in uso, specie in certi periodi. Ma non si può negare che il primo Carnevale europeo delle maschere zoomorfe sia stata una scommessa vinta.

Un tripudio di colori, danze, antichi riti e sonorità si è riversato per le vie della città. Migliaia di cittadini e turisti si sono lasciati trascinare dalla meraviglia, dal fiume umano fatto di storia e tradizioni. Le pantomime carnevalesche raccontano tantissimo dell’Uomo come specie, delle sfumature dell’Io e dell’anima, ed è incredibile notare come popoli lontanissimi – per geografia, storie, radici, percorsi – conservino ritualità e simbologie del tutto simili tra loro. Un conto, tra l’altro, è saperlo tramite studi, ricerche e letture; cosa totalmente diversa è avere la possibilità di toccare letteralmente con mano queste similitudini, sentire suoni la cui origine si perde nella notte dei tempi, percepire l’odore dei velli animali indossati dai figuranti, cogliere appieno quella commistione tra uomo, natura e divino di cui sono fatte queste rappresentazioni. L’importanza di questa esperienza supera ogni studio, ogni saccenza, ogni finto intellettualismo di comodo.

Il grazie, d’obbligo, va sicuramente a chi questa manifestazione l’ha pensata: l’associazione Artemide. E poi a chi l’ha resa possibile, dal direttore artistico Mauro Gioielli agli enti che hanno collaborato perché questo piccolo miracolo avvenisse, ai performer che hanno indossato le maschere, ai cittadini che li hanno accolti come solo la vera molisanità sa fare, ai turisti che hanno attraversato mezza Italia per esserci, a chi ha raccontato quest’avventura e continua a farlo. Ora il seme è stato piantato: tocca farlo crescere e diventare un albero secolare, perché non sia – l’ennesima – occasione sprecata. Di certo c’è questo: Isernia ha bisogno di questi eventi, che parlino di e al territorio in un modo così profondo e radicato che nessuna campagna marketing potrà mai riprodurre. Il palpito di un’unica grande coscienza collettiva che istintivamente sa riconoscere la propria appartenenza, celebrandola e avendone cura.

Questo è davvero ciò che ci rende una sola specie, senza confini: è un dono, e sta solo a noi proteggerlo.

LA GALLERY A CURA DI PINO MANOCCHIO