Le parole pronunciate nella conferenza stampa organizzata dal direttivo dell’Odg Molise, dopo le dichiarazioni sulla regione poco attrattiva per i medici a causa della pressione molto forte della stampa. Intanto, è stato annunciato, è partito un progetto per ridurre le liste d’attesa
CAMPOBASSO. Un chiarimento. E un modo per trovare la giusta quadra tra chi deve la sanità deve gestirla e chi deve raccontarla, anche dalla parte dei cittadini. Come i giornalisti.
Questo il senso dell’incontro con il commissario ad acta del Molise Marco Bonamico, che l’Ordine dei giornalisti ha organizzato, dopo che è scoppiato il caso a seguito delle parole pronunciate al Tgr Molise. “Questa regione è poco attrattiva per i medici – le parole del commissario – questo è il primo problema e secondo me è poco attrattiva perché c’è una pressione molto forte dei media sulla sanità”.
“Il mio intervento è stato equivocato – ha detto Bonamico, nella conferenza stampa convocata dal presidente dell’Odg Molise Vincenzo Cimino, con i componenti del direttivo Cosimo Santimone e Marcella Tamburello – l’informazione e anche le critiche sono ben accette, anzi sono fondamentali nell’ottica del miglioramento del servizio. Quello che voglio dire è di evitare di dare notizie un po’ allarmanti che non sempre sono veritiere e di evitare titoloni su cose banali. Mi sono trovato a leggere un titolo su una locandina, “chiuso ambulatorio di Otorino”, che era un po’ allarmistico e forniva un’informazione fuorviante, visto che quel laboratorio sarebbe stato chiuso solo due pomeriggi il 24 e 25 agosto. Di certo io sono disponibile per ogni chiarimento, i giornalisti hanno il mio numero e rispondo sempre”.
Sollecitato dal presidente Cimino a dotare il proprio staff di una figura di intermediazione, quale un addetto stampa, “di fatto ci siamo insediati da una settimana, non ho uno staff”, la puntualizzazione di Bonamico, il commissario alla sanità ha quindi dato qualche anticipazione sul lavoro che sarà fatto, a partire dalla riapertura di servizi che erano stati chiusi e sull’avvio di un progetto per la riduzione delle liste di attesa. Questo anche per migliorare un servizio sanitario “su cui c’è da lavorare tanto, anche se non si deve credere che sia molto peggiore di altre realtà italiane”.
Al problema dei servizi da migliorare, che di certo trova un ostacolo nel piano di rientro dal deficit, si affianca il problema che alcune strutture sanitarie “non forniscono una buona immagine, cosa che potrebbe essere migliorata anche con una maggiore accoglienza e disponibilità nei confronti dei pazienti”.
Carmen Sepede
