HomeNotizieCRONACAPeste suina, parte il piano straordinario: in Molise da abbattere 10.500 cinghiali

Peste suina, parte il piano straordinario: in Molise da abbattere 10.500 cinghiali

Dei 612mila che dovranno essere eliminati a livello nazionale, come prevede il programma pubblicato sul portale del Ministero della Salute e notificato alle Regioni. Tutte le altre azioni per il contenimento del contagio


CAMPOBASSO. Peste suina, nel 2024 dovranno essere abbattuti in Italia 612mila cinghiali, il 96% in più rispetto alla media degli abbattimenti tra il 2019 e il 2021. Di questi 10.500 dovranno essere eliminati in Molise.

Lo prevede il ‘Piano Straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali e Azioni Strategiche per l’Elaborazione dei Piani di Eradicazione della Peste Suina Africana’. Pubblicato sul portale del Ministero della Salute, il piano è stato stato notificato alle Regioni e prevede sei azioni. La prima delle azioni strategiche è la ricerca attiva di carcasse di animali infetti e il monitoraggio epidemiologico.

La seconda prevede il depopolamento dei cinghiali, che oggi sono circa un milione e mezzo, tramite cattura e abbattimento, mirando al rafforzamento della filiera delle carni di questi animali, prevedendone in alcuni casi anche la destinazione benefica. Dei 612.000 abbattimenti, 113.000 devono essere effettuati solo in Toscana, 58.000 in Piemonte, 52.000 in Emilia Romagna, 48.000 nel Lazio, 44 mila in Umbria, 43.000 in Calabria, 42.000 in Liguria, 38.000 in Campania, 27.000 in Lombardia e Basilicata, 28.000 in Abruzzo, 13.400 in Veneto, 10.500 in Molise, 9.500 in Sicilia, 9.100 in Friuli Venezia Giulia, 4.000 in Puglia, 2.000 in Valle D’Aosta, 1.500 a Trento.

La terza azione è l’applicazione di misure di biosicurezza negli allevamenti dei suini, per evitare il diffondersi del virus. La quarta è il posizionamento di barriere preventive, nell’ottica del contenimento delle popolazioni infette a protezione di territori ad alta densità di allevamenti intensivi. Quest’azione prevede anche l’indicazione alle Regioni di dotarsi di attrezzature per la verifica della presenza dei cinghiali sul territorio, come droni, fototrappole e telecamere.

Quinta azione è una corretta gestione dei rifiuti per impedire ai cinghiali selvatici di trovare fonti di sostentamento nei centri urbani e vicini agli allevamenti di suini. L’ultima prevede la messa a punto di metodi alternativi per il contenimento della specie, così da ottenere il depopolamento in maniera non cruenta.

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