Per nulla rassegnato alla fine della storia d’amore, ha più volte minacciato e picchiato la vittima che, stanca di subire, ha trovato il coraggio e ha chiesto aiuto


CAMPOBASSO. Per nulla rassegnato alla fine della relazione, ha trasformato in un inferno fatto di violenza e paura la vita della sua ex compagna. La vittima, stanca di subire, alla fine ha trovato il coraggio e la forza per chiedere aiuto.

Nei confronti del 46enne è scattato così il divieto di avvicinamento alla persona offesa e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico.

I carabinieri della Stazione di Trivento hanno infatti dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Campobasso su richiesta della Procura.

L’uomo, si diceva, è gravemente indiziato del reato di atti persecutori, perpetrati nel tempo con minacce gravi indirizzate alla ex compagna, culminate con una grave aggressione fisica.

Una volta chiusa la relazione, l’uomo ha iniziato a porre in essere una serie di comportamenti vessatori che hanno creato un perdurante stato di agitazione nella vittima. Le minacce erano diventate sempre più significative sia per il tono degli audio inviati che per il contenuto ed infine, durante l’ennesima discussione, l’ha colpita al volto con diversi schiaffi e tirate di capelli costringendola a fuggire e trovare riparo da un parente.

L’attività investigativa dei carabinieri, coordinati dalla Procura, ha consentito di ricostruire il fatto anche attraverso alcune testimonianze raccolte tra i conoscenti della vittima. Il gip, condividendo le richieste della Procura, ha ritenuto indispensabile l’applicazione delle particolari modalità di controllo previste dall’art. 275 bis c.p.p., tanto che all’uomo è stato applicato il braccialetto elettronico, che consentirà una più agevole vigilanza, monitorando eventuali avvicinamenti alla vittima in un raggio d’azione inferiore al chilometro.

“La vicenda in questione – sottolinea il procuratore Nicola D’Angelo – rappresenta l’ennesimo episodio di una tipologia delittuosa che emerge sempre più ricorrentemente ed il cui contrasto capillare, tra gli obiettivi di questa Procura, è doveroso e necessario anche al fine di prevenire più gravi reati, tant’è vero che, nell’anno in corso, numerose sono state le attività di indagine inerenti al ‘Codice Rosso’ trattate dai Comandi e Reparti dell’Arma dislocati nel territorio della provincia di Campobasso.
Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, nel corso delle quali l’indagato potrà esperire, nell’ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito”.