L’andata dei quarti di finale della competizione termina con almeno una rete realizzata da ogni squadra per la prima volta nella storia della competizione


di Matteo Mongiello

ROMA. Spettacolo ci si aspettava e spettacolo c’è stato nell’andata dei quarti di finale di Champions League, terminati tutti con almeno una rete realizzata da ogni squadra per la prima volta nella storia della competizione, sinonimo di calcio moderno sempre più voltato all’attacco e alla creazione di bellezza e non sopraffatto dal costante pensiero di difendere il fattore campo e di arroccarsi nella propria area di rigore.

Ad agevolare il tutto, nella sua casualità, è stata l’urna di Nyon, abbinando al meglio – nel modo più equilibrato possibile- le otto pretendenti alla vittoria finale, lasciando spazio all’incertezza nel pronostico e senza far prevalere un vero dominatore dopo i primi novanta minuti, terminati con due pareggi e con due vittorie di misura.

REAL MADRID-MANCHESTER CITY: 3-3

La gran parte dei riflettori erano puntati su quella che da tutti è stata considerata come la finale anticipata per antonomasia di questa edizione, tra il club più titolato e i detentori del trofeo, la ‘resa dei conti’ dopo la surreale vittoria blanca nelle semifinali del 2022 targata rodrygo-benzema e la conseguente ‘vendetta’ -sempre in semifinale- dei Cityzens l’anno seguente con un sorprendente 4-0, risultati utili ad entrambe per raggiungere rispettivamente Parigi e Istanbul, teatri dei trionfi di queste due rose meravigliose.

Basta un minuto e un intuizione di Bernardo Silva direttamente su punizione dai trenta metri a stappare la partita – complice la disattenzione di Lunin, sostituto del lungodegente Courtois- dando continuità alla doppietta realizzata proprio in occasione del ritorno all’Etihad della scorsa edizione e sorprendendo il portiere ucraino, mal posizionato nella copertura del primo palo.

La reazione madrilena non si fa attendere e in due minuti – dal 12’ al 14’- prima Camavinga, privato dalla UEFA della marcatura vista la netta deviazione di Ruben Dias sulla sua conclusione, e poi Rodrygo, scappato in contropiede alla difesa alta della squadra di Guardiola e freddo nel battere Ortega nell’uno contro uno, ribaltano il risultato nella bolgia del Bernabeu, per l’occasione con il tetto chiuso per creare maggiore atmosfera e aumentare il livello di sicurezza in seguito a un’annuncio di tentativo di attacco terroristico da parte dell’ISIS nelle ore precedenti alla partita.

Il secondo tempo porta con se un altro rapido capovolgimento, questa volta a tinte azzurre e con due autentiche perle dal limite dell’area, protagonisti Foden -con il suo mancino nell’angolo alto subito sotto la traversa- e Gvardiol che, dopo un errato controllo, lascia partire un destro imparabile per Lunin che vale la prima rete con il City e il nuovo vantaggio.

A legittimare l’equlibrio nel primo atto ci pensa a dieci dalla fine Federico Valverde, sfruttando al meglio un cross che supera tutta l’area di Vinicius e colpendo al volo di simil controbalzo, spiazzando Ortega -impossibilitato nel fermare un ‘missile terra-aria’ come quello fatto partire dal Pajarito-, sigillando così sul 3-3 la partita a scacchi tra Ancelotti e Guardiola.

ARSENAL-BAYERN MONACO: 2-2

Il ritorno ai quarti di finale di Champions dopo quindici anni dall’ultima volta dell’Arsenal coincide con un grande classico della competizione come la sfida al Bayern Monaco, incontrato già tre volte negli ultimi dieci anni agli ottavi e sempre vittorioso -addirittura capace di umiliare con un doppio 5-1 nell’ultima apparizione in una fase finale i gunners nel lontano 2017-.

Le condizioni e gli stati d’animo delle due squadre sono diametralmente opposti, con i Londinesi in testa nella corsa alla Premier League grazie a dimostrazioni di calcio spumeggiante e i Bavaresi oramai rassegnati ad ‘abdicare’ il trono di campioni ai danni di un super Leverkusen e un’assenza di continuità perdurata in tutta la stagione, e lo dimostra l’inizio dell’Arsenal che passa in vantaggio dopo dieci minuti con Saka e ha la possibilita – sprecata da White- di raddoppiare qualche minuto più tardi.

Lo status da ‘schiacciasassi’ di Champions del Bayern, misto all’inesperienza della gioventù degli inglesi, intavola l’ennesimo ribaltone della serata con Gnabry, ex della gara imbeccato dal filtrante di Goretzka, a sua volta servito da un Sane bravissimo ad approfittare di un incomprensione difensiva per recuperare il pallone, e il solito Harry Kane– marcatore più prolifico della storia contro i Gunners visto il suo passato nei rivali del Totthenam-, chirurgico a convertire dal dischetto il penalty conquistato da uno straripante Sane.

A rimandare il verdetto all’Allianz Arena ci pensano Trossard e Gabriel Jesus – in uscita dalla panchina- che confezionano la rete del definitivo 2-2, con il brasiliano che mette a sedere la difesa tedesca e serve il belga che colpisce indisturbato mettendo il pallone alle spalle di Manuel Neuer.

PSG-BARCELLONA:2-3

All’estrazione dall’urna saranno sicuramente ritornati nella mente dei parigini e dei catalani i flashback della più grande rimonta della nella nuova Champions League -andata in scena al ritorno degli ottavi 16/17 al Parco dei Principi- quando la MSN riuscì a ribaltare lo 0-4 del Camp Nou con l’insperato 1-6 firmato Sergi Roberto sull’ultimo cross di Neymar.

In un primo tempo nel segno dell’equilibrio serve un errore in uscita bassa di Donnarumma per portare negli spogliatoi in vantaggio i blaugrana con la prima rete in Champions di Raphinha, lesto ad approfittare della corta respinta sul cross del portiere italiano e a colpire a colpo sicuro con la porta sguarnita.

Nuovo giorno, nuova rimonta in tre minuti per il PSG grazie al colpo sotto la traversa di Dembele – sei stagioni con la maglia del Barcellona- e all’inserimento – specialità della casa- di Vitinha su assist dell’ex Napoli Fabian Ruiz, portando a inizio secondo tempo i parigini con il ‘muso’ davanti.

Dopo Arteta, anche Xavi è salvato dalla girandola dei cambi, più che mai decisivi per le sorti del match e con effetto immediato:  a Pedri basta un minuto per accendere la sua fantasia con un tocco che scavalca tutta la difesa dei ‘bleu’ e imbeccare Raphinha che colpisce al volo e batte Donnarumma, anche in questo caso colpevole di aver sbagliato il rinvio che da il via all’azione.

Quindici minuti più tardi tocca a Christensen diventare l’eroe blaugrana nel giorno del suo compleanno, regalandosi un incornata a sessanta secondi dal suo ingresso sul corner di Gundogan – per Julio Cesar colpevole anche qui il 99 del PSG di non essere uscito e di aver fatta sua la sfera- e permettendo al Barca di tornare a Montjuic con il ‘match point sulla racchetta’ nella sfida di martedì prossimo.

ATLETICO MADRID- BORUSSIA DORTMUND: 2-1

L’Atletico Madrid del Cholo Simeone, dopo l’impresa sull’Inter agli ottavi, torna al Metropolitano per affrontare un Borussia Dortmund fin qui a corrente alternata in campionato ma costante e vincente in Champions, così come i Colchoneros, più volte superficiali in Liga per dare spazio alla coppa dei campioni.

Il primo tempo della retroguardia dei tedeschi è da incubo, con due errori da matita rossa che indirizzano il risultato verso l’Atleti: prima l’alta pressione costringe Maatsen a perdere il pallone al limite dell’area, portando De Paul a colpire indisturbato e battere Kobel, poi su una incomprensione tra i centrali ad approfittarne è Morata, che serve un altruista Griezmann che evita la conclusione e allarga un pallone sublime al tutto solo Samuel Lino che batte il portiere svizzero e manda negli spogliatoio l’Atletico avanti di due reti.

Le occasioni sprecate dagli spagnoli nel secondo tempo pesano e la storia della partita – e forse della qualificazione- cambia negli ultimi venti minuti quando il Dortmund sale in cattedra con la sua qualità offensiva e permette a Brandt di servire il subentrato Haller che, anche con un pizzico di fortuna, ‘fredda’ Oblak e accorcia il risultato sul definitivo 2-1, buona base da cui ripartire – vista anche la partenza thriller- di fronte al famosissimo ‘muro giallo’ del Signal Iduna Park martedì sera.

Foto: Today