HomeOcchi PuntatiCase affittate solo ai migranti: la rivoluzione dell’accoglienza

Case affittate solo ai migranti: la rivoluzione dell’accoglienza

Il progetto del sacerdote pugliese don Geremia Acri che ha garantito lavoro e dignità agli stagionali extracomunitari arrivati in regione per la raccolta frutti

ANDRIA. Una casa, un lavoro onesto, un trasporto onesto per andare a lavoro. Un progetto di accoglienza e integrazione rivoluzionario e vincente, quello pensato dal sacerdote di Andria don Geremia Acri, che ha garantito occupazione e dignità ai migranti stagionali che arrivano in Puglia per la raccolta frutti.

Come si legge suTgcom24, don Acri è riuscito a fare affittare a centinaia di extracomunitari appartamenti di privati cittadini pugliesi: per ognuno c’è un volontario che verifica periodicamente lo stato dell’abitazione. Così “i cittadini andriesi proprietari di case lo chiamano per affittare ai migranti invece che agli italiani. Un qualcosa di inedito e utopistico in Italia, dove di solito prevale il razzismo”, commenta Yvan Sagnet, presidente dell’Associazione No Cap e partner del progetto, che dà notizia su Facebook del successo di questa iniziativa, nata in seno all’Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria, del quale don Acri è responsabile, in collaborazione con la Rete No Cap, l’Azienda agricola ‘Cantatore’ di Ruvo di Puglia e la Comunità Migrantesliberi.

“Una rete – dichiara don Geremia Acri al sito della Fondazione Migrantes – che si è costituita in piena autonomia, senza l’interlocuzione delle istituzioni, con l’obiettivo di salvaguardare la dignità della persona. Il meccanismo della povertà alimenta quello della criminalità: ognuno ha diritto a una casa, a condizioni di vita dignitose e alla possibilità di realizzare le proprie aspirazioni. Da anni – sottolinea il prete – conosciamo il fenomeno dei migranti stagionali che arrivano per la raccolta frutti; conosciamo l’importante ricaduta economica locale e nel tempo, ma purtroppo le nostre comunità hanno preferito la costruzione dello stigma attraverso l’indifferenza e odio nei confronti ‘dell’altro, senza mai trovare una risposta affidabile all’emergenza sociale”.

Di qui l’iniziativa per dare risposte concrete all’emergenza abitativa degli stagionali sul territorio, con i migranti che sono “garanzia di affidabilità, puntualità nei pagamenti e rispetto delle strutture. Un modello di successo unico in Italia che va studiato e diffuso – ha detto ancora Sagnet -Tramite un lavoro e una paga dignitosa, un lavoratore può permettersi di prendere in affitto una casa e non vivere in un ghetto in situazioni di disumanità, in condizioni igieniche ai limiti del sopportabile: a Don Geremia va fatto un monumento”, ha concluso.

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