HomeNotizieCRONACAIsernia, tassi usurai fino al 1200%: sette arresti e tre denunce

Isernia, tassi usurai fino al 1200%: sette arresti e tre denunce

In carcere sono finiti i componenti della famiglia rom Morello, accusati dalla polizia anche di spaccio, estorsione e rapina nell’ambito dell’operazione ‘Black Money’ scattata alle prime luci dell’alba di oggi. Quindici le vittime accertate finora, costrette anche con la forza a restituire somme ingenti a fronte dei prestiti ottenuti


di Deborah Di Vincenzo

ISERNIA. La denuncia dei genitori di un giovane tossicodipendente. E’ stata una richiesta disperata di aiuto, ciò che di fatto ha consentito alla polizia di Isernia di avviare l’indagine che ha permesso di smantellare un‘organizzazione criminale dedita non solo allo spaccio di droga, ma anche all’estorsione, alle rapine e, soprattutto all’usura. In carcere sono finite sei persone, tutte componenti della stessa famiglia rom. Le ordinanze sono scattate alle prime luci dell’alba di questa mattina, durante l’operazione ‘Black Money’, per Luigino Morello, per i suoi tre figli Celestino, Costantino e Leonardo. Provvedimento analogo per le nuore del capofamiglia Samantha Di Rocco e Veronica Levakovic. Non solo. Nell’ambito dell’inchiesta è stato confinato ai domiciliari, con l’accusa di usura, anche Antonino Mancini (non si tratta dell’avvocato ed ex sindaco di Castelpizzuto, ndr), mentre altre persone sono state iscritte nel registro degli indagati e le loro posizioni sono attualmente al vaglio degli inquirenti.

arresti 1I dettagli del blitz, che ha visto impegnati 50 poliziotti, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa in questura. All’incontro con i giornalisti hanno preso parte il questore Ruggiero Borzacchiello, insieme al procuratore capo Paolo Albano e al dirigente della Squadra Mobile Luigi Vissicchio.
Un’operazione imponente, che insieme agli agenti della Mobile ha visto impegnati anche sei equipaggi dell’Anticrimine di Pescara, due dell’Unità Cinofili di Napoli e i vigili del fuoco di Isernia.

Quindici le vittime accertate fino a questo momento che, superando paura e vergogna, hanno trovato il coraggio di denunciare. Dall’inchiesta, partita nell’estate di due anni fa, è emerso che la famiglia rom prestava soldi a strozzo pretendendo in cambio, anche con le minacce e la violenza, tassi di interesse che partendo dal 350 per cento potevano arrivare perfino al 1.200 per cento. Emblematico uno dei casi accertati. A fronte di un prestito iniziale di mille euro, è stata chiesta la restituzione di 50mila euro nel giro di un anno e mezzo.

LE INDAGINI. Sono partite nell’agosto del 2016 grazie alla segnalazione dei genitori di un ragazzo finito nel tunnel della droga. Ed è stata proprio quella denuncia a consentire agli inquirenti di accertare che la famiglia Morello non solo era dedita allo spaccio, ma anche all’usura. Un’inchiesta complessa e delicata, che ha richiesto uno sforzo immane da parte della polizia. Non solo sul piano tecnico e professionale, ma anche psicologico per convincere le vittime a denunciare superando timori, del tutto comprensibili in casi del genere. Nel corso delle indagini sono state effettuate numerose perquisizioni che hanno permesso di rinvenire e sequestrare ingenti quantitativi di eroina e cocaina, insieme a numerosi documenti, soprattutto assegni, che attestavano i prestiti con i relativi piani di ammortamento. Sequestrati anche dei fucili, risultati legalmente detenuti. Gli elementi raccolti hanno permesso di chiedere e ottenere dal gip le ordinanze di custodia cautelare. Così questa mattina gli indagati sono stati arrestati e trasferiti nei penitenziari di Isernia, Chieti e Teramo.

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