Per definire la volontà di portare avanti le attività dell’Istituto regionale per gli studi storici del Molise, che ha annunciato oggi gli obiettivi del nuovo corso, dopo un anno e mezzo di stop. Presto alle stampe uno studio sulle frane in Molise dall’Ottocento a oggi


CAMPOBASSO. Un premio per la ricerca storica, la collaborazione e il sostegno economico alle pubblicazioni di interesse culturale, collaborazioni con le scuole e apertura al pubblico della biblioteca. Sono alcune delle novità previste dal nuovo corso dell’Iresmo, l’Istituto regionale per gli studi storici del Molise, che oggi, in una conferenza stampa a Palazzo Vitale ha illustrato la road map per i prossimi due anni. In conferenza stampa, al fianco del governatore Donato Toma, il presidente dell’Iresmo Nella Rescigno e il presidente del Comitato scientifico Giuseppe Pardini.

Istituito nel 1977 con legge regionale, presieduto negli anni da figure come Renato Lalli e Natalino Paone, l’Iresmo, intitolato alla figura di Vincenzo Cuoco, uno dei massimi rappresentanti della storia del Molise, è lo strumento di intervento e di programmazione della Regione Molise nel settore storico–culturale.

“Riprendiamo il lavoro dopo una vacatio di un anno e mezzo – ha annunciato il presidente Rescigno – e lo facciamo con entusiasmo e con una serie di iniziative nuove, consapevoli del fatto che la conoscenza della storia è fondamentale per costruire l’identità di una regione. Istituiremo delle borse di studio, destinate alla ricerca storica e istituiremo un premio intitolato a Giorgio Palmieri, di recente scomparso, per ricordare le sue doti umane, prima che culturali. Tra le novità un piano di comunicazione che non dimentichi i social, per arrivare a un numero ampio di persone”.

Un lavoro finalizzato a far conoscere il Molise fuori dal Molise, ha aggiunto Pardini, che ha poi annunciato l’imminente pubblicazione di uno studio, corredato di carte e dati, sull’analisi delle frane in Molise, a partire dall’Ottocento. Un lavoro essenziale anche per programmare i lavori di contenimento dei dissesti idrogeologici che colpiscono il territorio. Con un focus sulla frana di Civitacampomarano. 

“Dal 2013 l’Iresmo ha segnato il passo innanzitutto perché sono stati ridotti i contributi regionali, da 200mila a 30mila euro – ha rimarcato da parte sua il governatore Toma, facendo riferimento alla scelta fatta dal Governo Frattura – Non so se questo è stato dovuto alla volontà di spegnere l’istituto, a mio avviso quando si fa una scelta del genere non si devono tagliare i fondi, ma avere il coraggio di chiudere un’istituzione. Sono convinto della validità delle iniziative annunciate – ha quindi smorzato i toni – ma anticipo la volontà di portare il ‘caso Iresmo’ all’attenzione della Giunta, perché se deve operare deve avere i fondi necessari. Decideremo cioè se l’istituto deve essere finanziato, ripensato o chiuso. Il tutto ovviamente legato alla verifica degli impegni annunciati, così come farò a fine anno per l’attività svolta dagli assessori”.

Per Toma un’altra cosa è essenziale. Creare una rete che colleghi l’Iresmo all’assessorato alla Cultura e alla Fondazione Molise cultura. “Ogni cosa – ha concluso – deve avere un senso non fine a se stesso, ma in grado di avere una ricaduta sulle nostre vite e sulla crescita del Molise”.

C.S.

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