HomeNotizieCRONACAFinto matrimonio in chiesa, guai per un sacerdote collaboratore di Bregantini

Finto matrimonio in chiesa, guai per un sacerdote collaboratore di Bregantini

La vicenda risale al 2017 quando il parroco avrebbe attestato la celebrazione di un rito che in realtà sarebbe avvenuto in albergo. Il caso all’attenzione del tribunale di Vasto


SALERNO/CAMPOBASSO. Nei guai sacerdote salernitano, indagato per aver attestato la celebrazione in chiesa di un matrimonio che, in realtà, si è tenuto all’interno di un albergo.
Don Luigi Astarita, molto conosciuto per il suo passato da commercialista prima dei voti e ad oggi collaboratore dell’arcivescovo della diocesi Campobasso-Bojano, Giancarlo Maria Bregantini, una volta scoperto avrebbe ammesso le proprie responsabilità, chiedendo l’annullamento del matrimonio finito al centro della bufera, ma la vicenda era già all’attenzione del tribunale ordinario di Vasto.

Il caso è riportato dal giornalista Alfredo Boccia, per La Città di Salerno, che ripercorre i fatti salienti. Si apprende così che a denunciare l’anomalia sarebbe stato l’ufficiale di Stato civile del Comune di Vasto, il quale aveva ricevuto dal sacerdote la copia dell’atto di matrimonio concordatario tra un medico ed una sociologa, per la trascrizione nei registri dell’Ente.
Lo stesso l’ufficiale, nell’estate del 2017, inviò così l’eseguita trascrizione al parroco della chiesa di San Francesco d’Assisi, sempre a Vasto, dove risultava celebrato il rito officiato da don Astarita. E qui il colpo di scena: il responsabile di quest’ultima chiesa, padre Luigi Stivaletta, ricevuta la documentazione, dichiarò per iscritto che nella sua parrocchia non era mai avvenuto quel matrimonio.
Convocato il parroco salernitano al Comune, egli ammise, prima verbalmente e poi per iscritto, che lo sposalizio si sarebbe tenuto in verità in una struttura alberghiera. E quindi chiese l’annullamento dell’atto poiché nullo.
Tuttavia, l’ufficio di Stato civile non ha potuto esimersi da inviare l’intera documentazione al Tribunale ordinario di Vasto per i provvedimenti del caso, allegando anche l’istanza del sacerdote celebrante.

Ed ecco che, nelle scorse settimane, a don Astarita è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte del pubblico ministero, Michele Pecoraro, il quale ha ritenuto di non dover formulare richiesta di archiviazione del matrimonio canonico, che comunque ha validità, essendo stato regolarizzato secondo le norme proprio del diritto della Chiesa.
A rappresentare il noto prete è l’avvocato del foro di Salerno Pasquale Naddeo, che nella memoria difensiva ha specificato che si tratta di “ministro conosciuto per la sua totale dedizione al prossimo ed estrema disponibilità verso i suoi parrocchiani, che si rivolgono a lui per le più disparate esigenze, sicuri di trovare accoglienza. Resosi conto della leggerezza tenuta, ha informato immediatamente l’Ufficio di stato Civile al fine di porre rimedio all’errore. Inoltre, pur violando la norma, in concreto la condotta non ha prodotto alcun risultato antigiuridico in quanto il matrimonio è stato celebrato e successivamente trascritto”.

In ogni caso, il pm della Procura di Vasto ha deciso di non archiviare il caso che, dal punto di vista del diritto canonico, è stato sanato grazie alla collaborazione tra le curie di Campobasso, dove don Luigi Astarita è incardinato, e Chieti, competente per il territorio dove il matrimonio è stato celebrato non in chiesa.

 

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