HomeNotizieCRONACAIsernia, sesso col prete e ricatti: tutti i particolari dell’inchiesta

Isernia, sesso col prete e ricatti: tutti i particolari dell’inchiesta

Secondo le ricostruzioni della procura di Napoli, il sacerdote sarebbe stato anche minacciato di morte dalle due indagate arrestate l’altro giorno dalla polizia. Nelle prossime ore gli interrogatori di garanzia


ISERNIA. E’ atteso nelle prossime ore l’interrogatorio di garanzia per le due donne arrestate e confinate ai domiciliari dalla polizia di Napoli, perché accusate di aver estorto denaro ad un sacerdote, mentre era alla guida di una parrocchia della provincia di Isernia.

Emergono intanto nuovi particolari sull’inchiesta che ha portato alla luce lo scandalo fatto di sesso, minacce e ricatti. Stando agli elementi raccolti dalla procura napoletana, la vicenda ha avuto inizio a settembre del 2015, quando sia il parroco che la 51enne indagata vivevano nel centro alle porte del capoluogo pentro. I due avevano avuto una relazione, poi troncata a maggio del 2016. E proprio dopo la fine della storia, la donna ha iniziato a ricattare il sacerdote chiedendo denaro in cambio del suo silenzio. In un secondo momento sono entrate in scena altre due persone: la 28enne (ex fidanzata del figlio della 51enne, finita anche lei ai domiciliari) e un uomo, poi deceduto.

Per il sacerdote a quel punto è iniziato un vero e proprio incubo. E’ stato minacciato, anche di morte, e ricattato. Continuamente. Per paura di uno scandalo e anche temendo per la sua incolumità, il parroco alla fine ha ceduto, versando sulla postpay della 51enne 25mila euro e altri 17mila sul conto della 28enne: per un totale di 42mila euro.

Una situazione esasperante e divenuta ingestibile che, dopo mesi di ricatti, ha spinto il sacerdote a rompere il silenzio. Lo ha fatto rivolgendosi alla polizia postale di Isernia, che ha avviato le indagini poi affidate alla Mobile pentra. Le risultanze sono state poi trasmesse alla procura di Napoli. La sua querela ha consentito l’avvio delle indagini. Gli investigatori, anche attraverso intercettazioni, analisi dei movimenti contabili e dei tabulati telefonici, sono riusciti a mettere insieme gli elementi necessari per chiedere e ottenere dal gip del tribunale di Napoli l’arresto delle due donne, che dall’altro ieri sono ai domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

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