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Provinciali, Pascale in corsa: “Non ho santi in paradiso ma assicuro massimo impegno”

L’esponente della Lega a Palazzo San Giorgio attacca Forza Italia (suo ex partito) e il candidati in corsa con lui, le politiche di Renzi e Delrio e il Partito democratico. E lancia l’appello all’ex senatore Di Bartolomeo: “sono sempre stato leale con lui”.


CAMPOBASSO. Polemizza, Alessandro Pascale. Con i candidati della sua stessa lista in corsa per il rinnovo del Consiglio provinciale e non solo.

La presentazione della propria candidatura alle Provinciali di fine ottobre è l’occasione per togliersi i classici ‘sassolini dalle scarpe’: ne ha per tutti l’esponente della Lega al Comune di Campobasso, componente  della lista “Insieme in Provincia”,  che definisce “civica”.

Si parte dagli ex colleghi di partito (quando era in Forza Italia) e si finisce con i candidati ‘alleati’. E poi il Partito democratico, Matteo Renzi e Graziano Delrio. Da salvare solo il collega Tramontano, la capogruppo Aida Romagnuolo e l’ex sindaco Luigi Di Bartolomeo al quale rivolge un appello, nemmeno tanto velato, affinché lo sostenga in questa corsa verso Palazzo Magno. “Del resto, negli ultimi dieci anni, sono stato sempre presente agli appuntamenti elettorali dell’ex sindaco di Campobasso e credo che riconosca la mia fedeltà negli anni”.

“Alle ultime elezioni regionali – dice – Forza Italia ha dimostrato di essere un contenitore di candidati provenienti da sinistra. Il sistema avrà pure pagato ma non potevo restare nel partito che non ha riconosciuto nulla ai fedelissimi”. E su questa nota dolente, a dire il vero, il consigliere comunale aveva sempre rimarcato l’attenzione.

“Il partito azzurro – continua – ha perso la sua fisionomia. Ho sposato il progetto della Lega sul territorio, raccogliendo l’invito della capogruppo in Regione, Aida Romagnuolo. E oggi ci apprestiamo a lavorare con tutte le forze che esprime la Lega e di concerto con il collega a Palazzo San Giorgio, Alberto Tramontano”.

Alessandro Pascale non pare aver gradito alcuni dei candidati in corsa nella stessa lista.

“Due anni fa fu lasciato spazio ad un solo candidato del centrodestra al Comune di Campobasso – ha ricordato –. Oggi mi ritrovo tre candidati su sette consiglieri: inseriti all’ultimo secondo e, tra l’altro, ritroviamo anche chi non partecipa a nessuna delle attività di Palazzo San Giorgio, Consigli e commissioni. Perché mai dovrebbe prender parte al lavoro di Palazzo Magno? Io proseguo la mia campagna elettorale, pur sapendo che, a differenza degli altri candidati, non ho santi in paradiso. Io vado avanti con l’appoggio di tutti quei sindaci, assessori e consiglieri comunali che lavorano a stretto contatto col territorio e con le persone. Preferisco questo e non chi si affida a chi la politica la fa dagli uffici e al telefono”.

Anche sul ruolo delle Province, ha da rimarcare che ormai “sono state svuotate di competenze, funzioni e, soprattutto, delle proprie risorse economiche. Oggi non si riesce a operare nemmeno sull’ordinario. Una situazione di abbandono totale, sulla quale occorrerà lavorare. Come? Facendosi portavoce col Governo nazionale delle esigenze delle Province. Credo che un rappresentante della Lega possa facilmente interfacciarsi con gli esponenti di Governo del partito, per invertire il trend avviato dall’allora esecutivo Renzi.

Ovviamente, nel ragionamento non può mancare il discorso sulla ‘filiera istituzionale’ che, in Provincia, stando alle previsioni della vigilia troverebbe un serio ostacolo. In pratica, come sottolineato già tante volte, Battista potrebbe trovarsi un consiglio ‘contro’, con una maggioranza che non rispecchi lo schieramento politico del proprio presidente.

Ove mai la nuova maggioranza della Provincia dovesse essere di centrodestra, Pascale auspica le dimissioni del presidente Antonio Battista per favorire l’indizione di nuove elezioni utili a “creare un collegamento anche col governo di centrodestra della Regione Molise”.

Il ragionamento poi si allarga sul futuro prossimo: “Se dovessi essere eletto mi farò portavoce alla Regione Molise, grazie al rapporto di stima professionale e personale col governatore Toma, e col Governo nazionale, affinché si torni a dare il giusto riconoscimento alle Province per potersi occupare di strade, scuole, verde, caccia e pesca. Tutte competenze degli enti provinciali, curate nei minimi dettagli prima dello svuotamento dei bilanci. La mortificazione delle Province ha due firme: quelle di Matteo Renzi e di Graziano Delrio. La mia intenzione è far capire al Governo il disastro della scelta dell’esecutivo piddino. Il mio impegno per tutti i comuni della Provincia di Campobasso sarà massimo – ribadisce l’imprenditore campobassano – Sarà un atto di servizio verso il mio territorio. Toglierò ulteriore tempo alle mie aziende per dedicarlo ai centri della provincia, che reclamano la risoluzione dei tanti problemi in atto, ormai, da anni”.

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