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Contratto di sviluppo, M5s e Pd spingono sulla viabilità: fondi per la strada a 4 corsie Tirreno-Adriatica

Le proposte contenute in due mozioni, presentate dal gruppo pentastellato e dai dem, finalizzate a dirottare i 220 milioni di euro previsti dallo strumento sulla superstrada o sul raddoppio della Bifernina. Poste ai voti, sono state entrambe respinte a maggioranza. Tutti i dettagli dello strumento illustrati in aula dal governatore Toma, che si è detto fiducioso sull’arrivo di nuovi finanziamenti, anche per i buoni rapporti col premier Conte


CAMPOBASSO. Contratto istituzionale di sviluppo del Molise, i consiglieri regionali del M5s e del Pd spingono sulla viabilità: i 220 milioni di euro previsti nello strumento all’esame del Tavolo istituzionale, presieduto dal premier Giuseppe Conte, andrebbero dirottati sulla viabilità. Sul raddoppio della Bifernina e sul collegamento viario Tirreno-Adriatica. Da realizzare ‘anche’ con questi fondi, com’è stato specificato dai Cinque stelle. 

Posizione espressa nella riunione monotematica del Consiglio regionale, iniziata questo pomeriggio e presieduta dal vice presidente Patrizia Manzo e poi da Gianluca Cefaratti, dopo la seduta di questa mattina dedicata all’esame delle mozioni.

No allo spezzatino di fondi – ha detto il pentastellato Andrea Greco – occorre investire su opere che abbiano un’immediata ricaduta sul territorio”. Vale a dire il collegamento tra le autostrade A1 e A14, la Tirreno-Adriatica, appunto. Posizione supportata dagli altri consiglieri del M5s, Nola, Primiani e De Chirico, che ha provocato la reazione del consigliere Andrea Di Lucente, per il quale non è corretto rivedere il pacchetto di progetti, in totale 350, presentato da 111 comuni del Molise.

Non molto diversa la posizione espressa dal Pd, contenuta nella mozione dei consiglieri Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, finalizzata a promuovere un referendum propositivo per il raddoppio della Bifernina. 

Sulla necessità di individuare progetti strategici per il rilancio della regione ha parlato anche il consigliere di maggioranza Nico Romagnuolo, che ha esposto la sua idea, l’asse autostradale Foggia-Campobasso-San Vittore, anche in considerazione dei rapporti con la Daunia e con la Zes Adriatica, che vede il Molise insieme alla Puglia. Ma inserire la strada a 4 corsie nel Cis, ha aggiunto, rischia di bloccare tutto, essendo a suo avviso l’opera non cantierabile in tempi brevi.

“Non firmo nessun documento su 4 corsie o grande viabilità – la posizione di Michele Iorio – se non mi si fa capire che fine ha fatto il progetto dell’autostrada del Molise, che poteva effettivamente rappresentare il rilancio per questo territorio”.

Il dibattito si è concluso con l’intervento del presidente della Regione Donato Toma, che ha ricostruito tutte le tappe del Contratto di sviluppo. E lo stato di valutazione di quelli che da 350 sono diventati 331 progetti, per una richiesta complessiva di risorse che sfiora i 2 miliardi di euro, quindi ben oltre i 220 milioni di euro garantiti nella prima fase. Dei 15 componenti del Tavolo istituzionale presieduto da Giuseppe Conte solo 5 sono enti molisani: la Regione Molise, il Comune di Campobasso, il Comune di Isernia, la Provincia di Campobasso e la Provincia di Isernia. Gli altri sono Ministeri e Invitalia.

“Il mio rapporto con il premier Conte è ottimo – ha detto il governatore – e ho tutto l’interesse che il Governo collabori con la Regione Molise. Sulla proroga concessa al Comune di Campobasso e al nuovo sindaco Roberto Gravina – ha quindi precisato, anche in risposta alla posizione assunta da alcuni consiglieri di maggioranza – abbiamo votato tutti a favore, visto che tra elezioni e ballottaggio l’ente non aveva avuto la possibilità di valutare i progetti”.

“A quanto ho capito – ha affermato ancora Toma – Campobasso intende presentare altre idee, come potrebbero fare altri comuni. Ma una cosa è chiara: ogni proposta, anche quella sui tratturi che è piaciuta perché rientra nel fil rouge dei percorsi storici, sarà valutata sulla base di tre criteri: strategicità, cantierabilità e addizionalità delle risorse”.

Toma che si è detto ottimista sul fatto che, oltre ai 220 milioni di euro, saranno altre, ben più consistenti, le risorse destinate al Molise. “Potrei dire che 220 milioni di euro sono briciole, ma briciole più briciole fanno un bel panello di pane – ha detto sfoderando l’ironia – da parte mia voglio aprire un credito nei confronti del Governo che ha aperto un credito nei confronti del Molise. Polemiche non ne voglio fare. Il tavolo del Cis mi ha chiesto di valutare, il Consiglio regionale di riferire e io ho riferito”.

Messe ai voti, sia la mozione del Pd che quella del M5 sono state respinte, con 8 voti contrari e 7 favorevoli (dem e pentastellati hanno votato insieme).

“La Regione – ha concluso Toma, spiegando il voto contrario – sta al Tavolo istituzionale solo per accertarsi che i progetti non abbiano altri canali di finanziamento, non per presentare progetti, che sono invece dei Comuni. E io non voglio far passare l’idea che vogliamo togliere soldi ai Comuni”.

Carmen Sepede

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