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Massimo Romano fonda il comitato regionale per la difesa della Costituzione. “Cosa ne pensano i parlamentari molisani?”

Massimo Romano: “Difendere a tutti i costi la Costituzione dall’aggressione delle “larghe intese”. Cosa ne pensano i parlamentari molisani, che continuano a non rispondere su F35, dimissioni di Alfano e processi a B.?”. Il leader di Costruire Democrazia, tra i firmatari dell’appello del Fatto Quotidiano, lancia la mobilitazione anche in Molise: al via la costituzione del comitato per la Costituzione.

Massimo Romano Massimo Romano
 

“Destra e sinistra governano insieme, violando impunemente gli impegni elettorali grazie all’ombrello del Porcellum che tutela le nomenclature di partito ormai impresentabili agli elettori: l’unico presidio democratico che resta è la Costituzione, che infatti PD e PDL stanno cercando di stravolgere. Sfruttando la distrazione dei cittadini nel periodo estivo, in fretta e furia e nel pressoché unanime silenzio dei grandi mezzi d’informazione, la Camera dei Deputati ha iniziato a esaminare il disegno di legge governativo, già approvato dal Senato, di revisione dall’articolo 138, che fa saltare la “valvola di sicurezza” pensata dai Padri costituenti proprio per impedire stravolgimenti della Costituzione e colpi di mano a maggioranza. Contestualmente, mentre nessuno più parla di modificare la legge elettorale, è ripartito un nuovo e ancor più pericoloso tentativo di stravolgere in senso presidenzialista la nostra forma di governo, nonostante il risultato del referendum popolare del 2006 che bocciò a grande maggioranza la proposta di mettere tutto il potere nelle mani di un “Premier assoluto. E’ un dovere di tutti i cittadini quello di combattere questo tentativo di manipolare la Carta Costituzionale che prelude ad uno stravolgimento del nostro sistema democratico” – questa l’opinione di Massimo Romano, avvocato e leader di Costruire Democrazia, tra i primi firmatari del manifesto appello del Fatto Quotidiano, che lancia una vera e propria campagna di mobilitazione in Molise per il prossimo autunno.
Romano si rivolge anche ai parlamentari molisani, ai quali nei giorni scorsi aveva anche chiesto di spiegare come avessero votato su F35, caso Kazakistan-dimissioni Alfano e sospensione dei lavori parlamentari voluta da Berlusconi e dal Pdl per i suoi processi. “Dai parlamentari molisani ancora nessuna risposta, solo silenzio: si può sapere come hanno votato, ciascuno nei rispettivi rami del Parlamento, nelle casi citati? Sugli F35: hanno votato per l’acquisto oppure contro? Sulle dimissioni del Ministro Alfano dopo il caso kazako, ne hanno chiesto le dimissioni o lo hanno ‘salvato’? E sui processi di B. ed annessa sospensione dei lavori parlamentari? Si tratta di voti espressi nell’esercizio del mandato elettivo, dunque dovrebbe essere pubblico e noto a tutti, ma fino ad ora nessuna risposta. Per caso ci si vergogna a dichiarare la propria posizione?”
Stesso appello sul procedimento di revisione costituzionale: “Mi auguro che i parlamentari molisani ed i vertici politici della Regione vogliano far sentire la propria voce in difesa della Carta Costituzionale, se necessario anche rivendicando una libertà di mandato rispetto ad eventuali diktat di partito. Con la Costituzione non si scherza, e nessuno pensi di farla franca assumendo posizioni nascoste o equivoche. Chi si assume la responsabilità di avallare o di tacere di fronte a questo tentativo di manipolare la democrazia deve dirlo apertamente.”
Da subito, dunque, la costituzione del comitato molisano in difesa della Costituzione, promosso proprio da Massimo Romano, leader di Costruire Democrazia, per lanciare in autunno la mobilitazione sociale e politica.
Nello specifico l’appello manifesto prevede quanto segue: “Chiediamo, innanzitutto, che l’iter di discussione segua tempi rispettosi del dettato costituzionale, che garantiscano la necessaria ponderazione delle proposte di revisione, il dovuto approfondimento e anche la possibilità di ripensamento. Chiudere, a ridosso delle ferie estive, la prima lettura del disegno di legge costituzionale, impedisce un vero e serio coinvolgimento dell’opinione pubblica nel dibattito che si sta svolgendo nelle aule parlamentari.
In secondo luogo, chiediamo di restituire al Parlamento e ai parlamentari il ruolo loro spettante nel processo di revisione della nostra Carta costituzionale. L’aver abbandonato la procedura normale di esame esplicitamente prevista dall’articolo 72 della Costituzione per l’esame delle leggi costituzionali, l’aver attribuito al Governo un potere emendativo privilegiato, l’impossibilità per i singoli parlamentari di sub-emendare le proposte del Governo o del Comitato, la proibizione per i parlamentari in dissenso con i propri gruppi di presentare propri emendamenti, le deroghe previste ai Regolamenti di Camera e Senato, costituiscono altrettante scelte che umiliano e comprimono l’autonomia e la libertà dei parlamentari e quindi il ruolo e la funzione del Parlamento.
Vi chiediamo ancora che i cittadini possano liberamente esprimere il loro voto su progetti di revisione chiari, ben definiti e omogenei nel loro contenuto. L’indicazione generica di sottoporre a revisione oltre 69 articoli della Costituzione, contrasta con questa esigenza e attribuisce all’istituendo Comitato parlamentare per le riforme costituzionali indebiti poteri “costituenti” che implicano il possibile stravolgimento dell’intero impianto costituzionale.
Non si tratta di un intervento di “manutenzione” ma di una riscrittura radicale della nostra Carta fondamentale non consentita dalla Costituzione, aperta all’arbitrio delle contingenti maggioranze parlamentari. Chiediamo che nell’esprimere il vostro voto in seconda lettura del provvedimento di modifica dell’articolo 138, consideriate che la maggioranza parlamentare dei due terzi dei componenti le Camere per evitare il referendum confermativo, in ragione di una legge elettorale che distorce gravemente e incostituzionalmente la rappresentanza popolare, non coincide con la realtà politica del corpo elettorale del nostro Paese. Rispettare questa realtà, vuol dire esprimere in Parlamento un voto che consenta l’indizione di un referendum confermativo sulla revisione dell’articolo 138.

Vi chiediamo infine di escludere dalle materie di competenza del Comitato per le riforme costituzionali la riforma del sistema elettorale che proprio per il suo significato politico rilevantissimo ha un effetto distorsivo nell’ottica della revisione costituzionale. E’ in gioco il futuro della nostra democrazia. Assumetevi la responsabilità di garantirlo.”
 

Massimo Romano

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