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La Giunta Frattura vuole svendere le quote zucchero? Torna l’ipotesi inceneritore?

Lo strano caso della modifica allo Statuto dello Zuccherificio del Molise approvata nel silenzio generale. L’opposizione in Consiglio regionale è già in vacanza per le festività natalizie? E i grillini, dove sono?

 

CAMPOBASSO. Potrebbe trattarsi di una semplice svista. Oppure di una notizia clamorosa. Di quelle che passano completamente sotto silenzio, complice la distrazione dell’opposizione e la complessità dell’argomento. Ma se non si trattasse di una svista, lascerebbe presagire uno scenario sconvolgente: la dismissione del patrimonio pubblico, dei gioielli di famiglia, sulla falsariga delle privatizzazioni ipotizzate dal Governo Letta. Ma in questo caso il piano della Giunta Frattura sarebbe ancora più grave: la svendita avverrebbe, infatti, al riparo dai riflettori dell’opinione pubblica e soprattutto “occultando” la responsabilità politica di un atto di tale rilevanza, scaricandolo su altri soggetti. Con delibera di Giunta regionale n. 612 dello scorso 25 novembre, nel più assoluto silenzio generale, la Giunta Frattura al gran completo approva una modifica allo Statuto dello Zuccherificio che tra le altre novità, prevede in capo all’amministratore il potere assoluto di “alienazione della quota zucchero”. Lo stabilisce il nuovo art. 18. Quello che è passato completamente sotto silenzio e senza neppure una mezza riga di comunicato stampa, né dal Presidente, né dal suo Vice, né dall’assessore all’Agricoltura, troppo occupato con i contratti dei portaborse, è una bomba in grado di presagire scenari potenzialmente inquietanti.

La Giunta Frattura vuole svendere la quota zucchero? Torna l'ipotesi inceneritore?
Un’immagine dello zuccherificio

La Giunta infatti lascia mano libera all’amministratore unico di poter decidere se, come e a chi vendere la quota zucchero dello stabilimento di Pantano Basso. Che tradotto potrebbe significare: dismettere la produzione di zucchero che – a questo punto – potrebbe tranquillamente prendere il largo verso altre regioni o altri Stati membri, considerato l’impatto della normativa comunitaria sul regime dello quote. E a vendita effettuata la politica potrebbe tranquillamente dire di non averlo neppure saputo.  Può una scelta così decisiva e strategica per il futuro agroindustriale del Molise essere delegata ad un soggetto scollegato dal circuito politico? Può la Giunta lavarsene le mani? Può il Consiglio regionale esserne esautorato? Cosa si produrrebbe, dunque, a Termoli? Torna a prendere corpo, forse, il progetto di un impianto industriale di produzione di energia da biomassa? O, addirittura, un inceneritore? Oppure si tratta, al solito, di fantasie allarmistiche di ambientalisti e malpensanti?  Una curiosità: la delibera, approvata all’unanimità da tutta la Giunta (PD compreso, quello stesso PD che oggi sembra voler prendere le distanze da Frattura), è stata proposta dal capo di gabinetto di Frattura, l’ing. Mariolga Mogavero, titolare del servizio partecipate. Non dall’assessorato all’agricoltura, non dall’industria, non dalle politiche comunitarie. No. Dal gabinetto di Frattura, dove siede quella che fino a pochi mesi fa era la socia di Frattura – guarda caso- sul comparto energia/biomasse, prima di cedere il passo al marito, l’ing. Luca Di Domenico. Un’ultima domanda: l’opposizione in Consiglio regionale è già in vacanza per le festività natalizie? E i grillini dove sono finiti?

Palmira

 

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