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Ittierre, l’azienda ci ripensa e partecipa al tavolo interministeriale

 

ISERNIA-ROMA. Saranno state le pressioni esercitate dalle istituzioni regionali e dalla Prefettura, sulla scia dell’accordo siglato lo scorso 13 gennaio presso l’ufficio territoriale di Governo pentro; o forse a portare consiglio è stato lo slittamento di 24 ore del tavolo interministeriale, convocato al dicastero dello Sviluppo Economico e atto a discutere della vertenza Ittierre. Ma alla fine l’effetto è stato sortito: i vertici dell’azienda di Pettoranello hanno cambiato idea e parteciperanno al summit capitolino, finalizzato a decidere se concedere o meno alla totalità dei dipendenti del polo tessile molisano un sostegno al reddito, quale la cassa integrazione straordinaria, con relativi tempi e modalità. Anche se sul destino di Ittierre pende ancora il parere del giudice del tribunale fallimentare di Isernia, Valeria Battista, sulla richiesta di ammissione a concordato preventivo avanzata dalla società dell’imprenditore comasco. Non è dato sapere, però, se sarà il patron Antonio Bianchi in persona a sedere al tavolo interministeriale presso il Mise. L’amministratore delegato dell’azienda, Giovanni Petrollini, si è limitato a dire ‘che i vertici ci saranno’, anche per non inasprire ulteriormente i toni della vertenza. Ma alla vigilia della trasferta romana, cui parteciperanno in maniera massiccia dipendenti e sindaci dell’hinterland pentro, a creare un clima di apprensione sono anche le riflessioni sulla vicenda pubblicate da ‘Milano Finanza’. Riflessioni non proprio positive sul tema del piano concordatario. La rivista di settore parla di probabilità di ripresa produttiva “ridotte al lumicino”; perché “è ancora poco chiaro con quale azionista, con quali risorse e soprattutto con quali licenze partirebbe la nuova Ittierre”. MF riprende, quindi, le dichiarazioni rilasciate da Antonio Bianchi non appena presentato il piano in Tribunale. L’imprenditore ha affermato: “Se il fondo di Milano interessato all’acquisizione (la Ikf, ndr) acquista la newco al 100 per cento, chiaramente il futuro di Ittierre è senza Bianchi. Altrimenti io non mi tiro indietro”. Parole da cui scaturisce la riflessione: “Non sembrano ancora definite – si legge su Milano Finanza – modalità e impegni di finanziamento della newco. Ma il punto delicato è quello che riguarda le licenze (Galliano, John Galliano uomo, Aquascutum, Fiorucci, Guy Laroche). In linea di principio, non sembra automatico il loro trasferimento dalla vecchia alla nuova Ittierre. Infatti – prosegue MF – finché esiste l’attuale Ittierre è difficile, per chi ha affidato all’azienda molisana la propria licenza, trovare un modo per riprendersela, come ovviamente sarebbe nella convenienza di tutte le griffe che nei mesi scorsi hanno accusato le ripercussioni del mancato rispetto della produzione e delle consegne e probabilmente del pagamento delle royalties. Se, invece, viene dichiarato fallimento – si legge ancora – o se la società va in amministrazione straordinaria, è attivabile la clausola che consente di richiamare la licenza, quando cambia l’azionista del licenziatario”. Insomma, diversi i nodi da sciogliere. E domani a Roma verrà compiuto in tal senso un primo passo.

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