ISERNIA. La soluzione c’è. E la polemica sull’asilo trasferito alla vecchia sede della San Giovanni Bosco, dopo la scoperta di gas radon nello stabile delle Industrie Grafiche Cicchetti a San Lazzaro, pare essere tramontata sul nascere. Alcuni genitori, riunitisi in comitato spontaneo, avevano chiesto un incontro con il sindaco Brasiello al fine di conoscere la posizione dell’amministrazione comunale di Isernia sull’intera vicenda. Il fulcro della questione era: i bimbi della scuola dell’infanzia hanno abbandonato l’edificio di San Lazzaro perché lì l’Arpa ha riscontrato la presenza di gas radioattivo; sono stati trasferiti provvisoriamente nel vecchio istituto di corso Garibaldi, ma tale soluzione non può ritenersi definitiva perché quello stabile era stato chiuso nel 2009 perché non adeguato alle normative antisismiche. Quindi, che fare? Un interrogativo posto al sindaco e alla sua maggioranza. E questa sera a Palazzo San Francesco si è tenuto l’incontro decisivo. Sono emerse quattro ‘strade’ per risolvere il problema: lasciare i bimbi nella scuola attuale, portarli nella struttura della ex Banca d’Italia, distribuire gli alunni in altri plessi oppure costruire una struttura prefabbricata ex novo, da collocare a San Lazzaro o nella Villa Comunale. Scartate a priori le ipotesi di tornare nell’edificio di Cicchetti (considerato il parere negativo e vincolante dell’Arpa) e di stabilirsi nell’ala commerciale dell’auditorium (per questioni strutturali), la soluzione che ha galvanizzato buona parte delle famiglie è stata proprio quella della realizzazione di un prefabbricato. Tuttavia, bisogna considerare i tempi di costruzione, stimati in cinque o sei mesi. Pertanto, si è deciso di far finire a bimbi e mastre l’anno in corso nella scuola di corso Garibaldi; nel frattempo, l’amministrazione dà il via ai lavori e a settembre tutti nel nuovo istituto sicuro. Naturalmente, sono state espresse ‘note’ di disappunto. Ma la maggioranza ha vinto.
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