Categories: CRONACA

Asrem, centro di prenotazione allo sbando

ISERNIA. Sanità molisana in perenne difficoltà. La scena che si è presentata questa mattina di fronte agli occhi di tanti cittadini è aberrante. Come si può vedere dalle foto, scattate nel vecchio ospedale di Largo Cappuccini, dove si trova il centro di prenotazione, sono tantissimi gli utenti accalcati dalle prime ore della mattina per fissare o pagare esami specialistici o analisi cliniche varie.
Si comprende bene che le difficoltà dei cittadini iniziano fin dalle fasi di prenotazione laddove, un tempo, esisteva un centro unico prenotazioni anche nello stabile dell’ospedale Veneziale, che a memoria non ha dato mai simili problematiche. La funzionalità di tale servizio permetteva, soprattutto ad anziani e disabili, di prenotare a un passo dagli ambulatori. Invece, adesso bisogna recarsi al vecchio nosocomio, prenotare, pagare dopo una lunga fila e magari di corsa recarsi agli ambulatori posti nel nuovo ospedale. Si fa fatica a comprendere la logica di tali dinamiche operative. Oramai è prassi comune, consolidata nei migliori centri di medicina, quella di stressare il meno possibile i pazienti, magari mediante l’allestimento di sale di attesa, che li facciano aspettare a proprio agio e in comodità, il proprio turno. O magari con un televisore che, sintonizzato su un programma televisivo di intrattenimento, li distragga da eventuali problemi che andranno ad affrontare, come avviene a Tor Vergata o al Policlinico Umberto I°.
Ma tornando alla stressante esperienza, vale la pena sottolineare che alle 9.15 la fila già contava 55 utenti in attesa, alcuni con visite già prenotate mediante il call center, per le 10 della stessa mattina e che quindi dovevano soltanto pagare. Ma il caos è scoppiato quando il contatore progressivo, che indica il numero dell’utente chiamato allo sportello, è letteralmente impazzito. Ci sono stati attimi di vera e propria tensione. La calca di utenti presenti, circa un centinaio, si sono ammassati agli sportelli per lamentare le proprie ragioni e chiedere spiegazioni sull’accaduto. Dopo la concitazione, dovuta al salto rapido e progressivo di una quindicina di numeri, la situazione ha ripreso il suo lento corso. Morale della favola, i 55 utenti sono stati congedati dai tre sportelli attivi in un’ora e venticinque minuti. Tempi biblici: a queste condizioni ci verrebbe da dire ‘meglio affidarsi alla sanità privata’. La colpa non è sicuramente delle addette ai servizi, che si impegnano al massimo con i mezzi a loro disposizione, ma certamente va ricercata in chi ne organizza la gestione. Ricordando che esiste la famosa responsabilità dirigenziale, introdotta dal ministro Brunetta, e disciplinata dall’articolo 21 del D.Lgs. 165/2001. Legge che va a disciplinare, tra l’altro, il mancato raggiungimento degli obiettivi accertato attraverso le risultanze del sistema di valutazione ovvero l’inosservanza delle direttive imputabili al dirigente.

KJ

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mikeante

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