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Crisi al Comune, Fantozzi: tutti a casa. Ma Kniahynicki guarda oltre: Giunta tecnica e programma condiviso

ISERNIA. La cosa più scontata da dire, è che dovrebbero dimettersi tutti. La meno prevedibile, che un punto di contatto può essere trovato. Nel giorno più difficile della consiliatura targata Luigi Brasiello, Eugenio Kniahynicki, consigliere di Fratelli d’Italia al Comune di Isernia, lancia una proposta che guarda oltre gli steccati politici. Pur nella consapevolezza che difficilmente potrà trovarsi un’intesa, il giovane esponente di centrodestra detta le condizioni: azzeramento di Giunta, non solo di deleghe, ed esecutivo tecnico, tutto composto da esterni al Consiglio, che porti a termine un programma condiviso fino alla fine del mandato. Una sorta di governo di salute pubblica, che lavori una mezza dozzina di punti condivisi, tali da consentire al sindaco di continuare il suo mandato nell’esclusivo interesse della città e in discontinuità con quanto fatto finora. Fantapolitica? Forse. Ma in tempi di patto del Nazareno i rimescolamenti di carte sono all’ordine del giorno. Certo è che Kniahynicki usa anche la frusta, quando serve: “Non è che il sindaco non ha più una maggioranza – afferma – La verità è che al Comune di Isernia una maggioranza non c’è mai stata. Brasiello è succube di Frattura e in questa città di parla solo, senza fare nulla. La cosa più logica, sarebbe che si dimettesse”. Obbligatorio un passaggio anche sul ‘documento dei dieci’: “Dubito della buona fede del documento letto da Davide Avicolli – ha proseguito – Se esistono problemi di tal fatta tra Giunta e Consiglio, avrebbero dovuto presentare una mozione di sfiducia. Noi del centrodestra l’avremmo firmata in blocco. Invece, si è seguita un’altra strada. Segno che si pretende qualcosa in cambio”. Dubbi non solo sui dissidenti, ma anche sul presidente del Consiglio. “La sua conduzione mi ha lasciato alquanto perplesso – ha aggiunto Kniahynicki – Avicolli, infatti, aveva chiesto la parola prima dell’inizio della seduta consiliare. Invece, Franco Capone ha prima fatto approvare i verbali della seduta precedente, aprendo di fatto i lavori del Consiglio comunale, poi ha dato la parola al sindaco e solo dopo ad Avicolli. Se quest’ultimo avesse parlato dall’inizio, prima dell’apertura dell’assise, la seduta sarebbe andata deserta e si sarebbe tornati in aula, in seconda convocazione, già domani (oggi per chi legge). E per quest’amministrazione sarebbero stati dolori. Invece, toccherà riconvocare il consesso, sempre da parte della minoranza, nei prossimi giorni”. L’esponente di Fratelli d’Italia si sofferma anche sui problemi iscritti all’ordine del giorno: “Sul personale bisogna prima regolarizzare i 47 precari dell’ente, poi valutare se sono necessarie davvero nuove assunzioni. Mentre sul nuovo polo infermieristico presso l’università, al momento, di scritto non esiste nulla”.

Più perentorio, invece, il consigliere di Grande Sud al Comune di Isernia Giovanni Fantozzi. “Il sindaco deve dimettersi e bisogna ritornare al voto” – ha dichiarato durante un’improvvisata conferenza stampa a margine del Consiglio, scioltosi in anticipo per sopravvenuta mancanza del numero legale – “Per la prima volta nella storia del Comune di Isernia – ha sottolineato l’esponente di minoranza – un sindaco viene apertamente ‘sfiduciato’ dalla quasi totalità (cinque su sette, ndr) dei consiglieri diretta espressione della sua lista civica, ‘Isernia di tutti’; senza contare che il settanta per cento del personale ha firmato un atto con cui criticava la gestione dell’amministrazione di Luigi Brasiello. Questo dimostra non solo che avevamo ragione quando parlavamo di dipendenti vessati, ma anche l’inadeguatezza del primo cittadino e della sua Giunta di fronte a tali problematiche”. Fantozzi dichiara che la quasi totalità dei Consigli comunali dall’inizio dell’amministrazione Brasiello sono stati convocati su iniziativa del centrodestra e che gran parte degli esponenti di maggioranza ha ugualmente abbandonato l’aula, pur senza firmare il documento dei dieci dissidenti. In base a tutto ciò, il consigliere di Grande Sud vuol portare all’attenzione la scarsa volontà della corrente amministrazione di affrontare problemi importanti per la città. “Credo che Brasiello – conclude – abbia sbagliato a ritirare le deleghe ai membri dell’esecutivo: avrebbe infatti fatto bene a rimuoverli dalla carica per manifesta incapacità”.

 

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