OROSEI. “E’ mancato l’impegno da parte delle istituzioni, che sono ancora latitanti. I tagli che il governo Renzi ha messo in programma circa le istituzioni italiane, la prefettura, ecc., sono giustificati”. Queste le parole di Michele Cristinzio, fratello di Irene, l’insegnante originaria di Monteroduni rapita ad Orosei, in Sardegna, il 12 luglio 2013, a duecento metri da casa. “Il ritorno a casa di Greta e Vanessa mi conforta – dichiara – ma, ahimè, devo sottolineare che lo Stato italiano controlla meglio la Siria e non la Sardegna”. Il lieto fine della vicenda di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane rapite lo scorso luglio in Siria, continua, quindi, a far discutere. Non solo per la questione del riscatto o per i presunti contatti con i filo-islamici, ma c’è chi, in questo episodio, vede una forte disparità di trattamento rispetto ad altri sequestri che hanno avuto meno clamore mediatico, come quello di Irene. Lo sostiene Cristinzio che, inoltre, ha condotto personalmente delle indagini parallele. Ha chiesto informazioni e contattato diverse persone nell’isola, tuttavia senza successo. “Come disse la giornalista Barbara Palombelli in una trasmissione televisiva nazionale, ‘va scavato esclusivamente in famiglia’. Sono più che convinto – conclude Michele Cristinzio – che i familiari sanno molte cose e ho iniziato ad agire conto l’omertà e il silenzio che regnano da secoli in Sardegna”.