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Neurobiotech, nasce l’alleanza per il progresso scientifico e tecnologico

POZZILLI. Presso la sala conferenze dell’Istituto di ricerca neurologico mediterraneo, ieri pomeriggio, si è tenuta la conferenza dal titolo: ‘Contratto di rete’ del polo Neurobiotech. L’obiettivo: aprire un confronto tra mondo della ricerca e sistema imprenditoriale per contribuire all’accrescimento, all’innovazione e alla competitività del Paese. Le linee guida prevedono di sviluppare una comunità qualificata, dove imprese e centri di ricerca insieme si concentrino sullo sviluppo di idee progettuali di eccellenza, secondo un approccio multidisciplinare e di condivisione delle risorse disponibili.
All’incontro erano presenti numerosi ricercatori, istituzioni pubbliche e circa 50 aziende provenienti da tutto il territorio nazionale, che hanno approfondito i contenuti dell’iniziativa e il modello di governance del network. La prossima data nella quale imprese e enti di ricerca torneranno ad incontrarsi, per definire linee concrete e prospettive, è stata fissata per il 5 maggio, mentre, fino al 31 marzo 2015 sarà possibile proporre le manifestazioni di interesse per tutti coloro che vorranno entrare all’interno della community e condividere i suoi progetti. “Neurobiotech – ha spiegato Emilia Belfiore, responsabile dell’Ufficio Ricerca & Sviluppo del Neuromed – può essere un punto di partenza per essere competitivi sul mercato internazionale. Per farlo, due cose risultano fondamentali: la rete sulla quale si va a lavorare, e i contenuti, quindi progetti di eccellenza su cui investire per portare a casa risultati importanti. La presentazione ufficiale del progetto è un invito a manifestare interesse per tutte le imprese, i centri di ricerca, le Università interessate ad aderire alla research community di Neurobiotech”. “Il nostro atteggiamento – ha detto il professor Jacopo Meldolesi, coordinatore scientifico progetto Neurobiotech – è quello di voler ampliare i confini della ricerca per trasferire più rapidamente i risultati all’industria, creando delle opportunità di crescita e di sviluppo a tutto il sistema imprenditoriale. Siamo consapevoli che non è facile farlo, ma il polo Neurobiotech mira proprio ad aumentare la possibilità, soprattutto per le piccole e medie imprese, di accedere a delle opportunità che altrove sono molto difficili da trovare per chi non sia una grande impresa”.
“Stiamo cercando – è il commento del professor Luigi Frati, direttore scientifico del Neuromed – anche tramite il coinvolgimento di istituzioni e altre strutture, di vedere se i nostri prodotti di ricerca possano andare in produzione, creando occupazione, benessere e innovazione. Ciò che mancava all’Italia è quello che viene chiamato ‘adventure capital’. I forti investimenti ci sono e vengono attratti se si ha la possibilità di arrivare ad un sistema produttivo”.
“Per noi – ha detto Maurizio Taglialatela, professore ordinario di Farmacologia dell’Università degli Studi del Molise – è un’opportunità molto importante, che cerchiamo di cogliere con le nostre specializzazioni nel campo neuroscientifico. Speriamo, inoltre, che Neurobiotech sia anche una maniera per farci conoscere rispetto alle imprese del territorio, creando occasioni di incontro, dove creare sinergie. Consci che il ‘public engagement’, cioè la relazione con il territorio permetta di crescere insieme al territorio”.
“Gli ultimi provvedimenti dell’amministrazione regionale – ha invece detto Gaspare Tocci, dirigente dell’assessorato alle Attività Produttive della Regione Molise – approvati dalla misura ‘Molise che riparte’, sono in linea con quanto si sta facendo oggi sul territorio. Il provvedimento si concentra sui distretti, sulle aggregazioni, sui cluster proprio perché insieme si riesce a costituire una rete di competitività. E spesso questa rete non rende competitivi soltanto i soggetti che vi partecipano, ma determina quel valore aggiunto per lo stesso territorio che la ospita”.

“E’ stata una grande opportunità – commenta infine Antonio Simeone, direttore dell’Istituto di Genetica e Biofisica del Consiglio nazionale di ricerche – non solo per la finalità perseguita, ma anche per la presenza della Regione Molise, che dovrà avere un ruolo importante nel potenziare quello che è il suo investimento industriale e istituzionale nella ricerca”.

Francesco Clemente

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