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Freccero sfida de Kerckhove: il futuro digitale ha bisogno di pensiero critico

FERRAZZANO. Ma internet ha segnato o no il declino della televisione come strumento di “persuasione di massa”? Solo un anno fa Noam Chomsky illustrava il suo libro “media e potere” con l’immagine di due dita che spingono un televisore sul cranio di un uomo, fino ad occuparne l’intero spazio, mentre il cervello, ormai superfluo, fuoriesce dalla bocca come un rigurgito. Il piccolo schermo è ancor oggi il mezzo privilegiato del potere per il controllo sociale, ma l’avvento del digitale ha fornito nuovi strumenti, più raffinati e “innocenti”, che hanno consentito di passare dalla manipolazione diretta a modi maggiormente seducenti del controllo, al quale finiamo per prostrarci spontaneamente con la messa in rete delle informazioni che ci riguardano.

L’analisi di questi nuovi meccanismi è stata alla base del dibattito ‘Un futuro digitale’, organizzato dall’Associazione della stampa del Molise e da ‘Il Bene Comune’, che ha visto protagonisti due grandi esperti della comunicazione di oggi: il manager televisivo Carlo Freccero, ex direttore di Rai Due, e il sociologo belga Derrick de Kerckhove, nientemeno che allievo del celeberrimo Marshall McLuhan.

Ospiti d’eccezione al Teatro del Loto di Ferrazzano, hanno regalato una serata di approfondimento culturale ai tanti spettatori accorsi: dai giovani studiosi dell’Università del Molise agli appassionati di ogni generazione. Nessun posto è rimasto vuoto sino all’ultimo minuto. Introdotti da Ivo Stefano Germano, professore del corso di laurea in Scienze della comunicazione all’Unimol, hanno poi risposto alle domande di Antonio Ruggieri, presidente de ‘Il Bene Comune’, che ha moderato l’incontro tra le opposte posizioni degli esperti. L’uno, Derrick de Kerckhove, ottimista sul futuro digitale al quale attribuisce un ruolo centrale nella nostra epoca, l’altro, Carlo Freccero, secondo il quale è ancora la vecchia signora televisione a plasmare il pensiero politico delle masse.

“La rivoluzione avviata dalla tv commerciale, che ha consacrato il potere della maggioranza è ancora in atto: abbiamo somatizzato il pensiero che la maggioranza è l’unica verità che c’è ed esteso questo pensiero anche alla rete, fino ad arrivare alla supremazia del pensiero unico”, ha affermato Freccero. “Questo ribalta l’idea di un certo tipo di democrazia, quella che si era affermata dopo la rivoluzione francese, che voleva il potere tripartito e il rispetto della minoranza. Oggi è solo il pensiero maggioritario quello che conta”.

 Di parere opposto è invece Derrick de Kerckhove, secondo il quale non è più solo la tv a plasmare il pensiero politico e indirizzare le masse: “Chi ha portato alla ribalta il fenomeno Grillo? E Mattero Renzi, avrebbe forse avuto lo stesso successo senza i social network?”, si chiede quasi retoricamente il sociologo, sottolineando come il presidente del Consiglio italiano abbia saputo fare un sapiente uso di internet e degli strumenti della comunicazione attuale per affermare la proprio leadership. L’Italia, come fa notare Freccero “è da sempre stata laboratorio di studio per l’intreccio tra media e potere ed evidentemente continua ad esserlo”.

Ma non solo di legami tra comunicazione e potere si è parlato. Tema caldo e attuale è quello sui ‘Big Data’, ovvero “tutte quelle informazioni, ottenute da sensori visibili e invisibili, che fanno in modo che non ci sia un solo momento della nostra vita in cui non siamo reperiti o reperibili”. “Big Data – afferma Freccero – significa essere a disposizione del mondo, sempre. Rischiamo di essere prigionieri di un Grande Fratello molto più raffinato, che consegna all’autorità tutte le informazioni sui nostri comportamenti”. I Big Data “gettano un’ombra oscura su tutto ciò che è la tecnologia”, perché tolgono a internet lo status di “regno della libertà e lo rendono strumento del marketing e del controllo”.

Il rovescio della medaglia è invece nel pensiero di de Kerckhove, secondo il quale questo controllo vale per tutti, anche per i potenti che vengono sempre più obbligati alla trasparenza. Spingendo il ragionamento verso prospettive definite da Freccero “troppo ottimistiche”, l’allievo di McLuhan parla della nascita di una nuova etica a partire dal web: il futuro sarà più democratico perché, a partire dalla trasparenza, saremo più responsabili e quindi dovremo sviluppare una nuova etica.

Ma un modo per sottrarsi alla manipolazione c’è ed è davvero sempre lo stesso: approfondire, conoscere, sviluppare un pensiero critico. “Vivere solo l’attimo”, conclude Freccero, “solo il presente, non ci permette di approfondire. Solo con la riflessione si può uscir fuori dal pensieri unico. Non si può vivere solo di sensi, bisogna andare a fondo” e per farlo, aggiunge de Kerckhove, “bisogna leggere, ma attenzione, non sullo schermo, perché ci rende un tutt’uno con esso. Dobbiamo distaccarcene e ragionare, perché l’Essere critico dipende dalla lettura. È solo attraverso il linguaggio che possiamo restare umani”.

E.Z.

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