HomeSenza categoriaDiscarica di Trivento, M5S denuncia: “Il caso è ancora irrisolto”

Discarica di Trivento, M5S denuncia: “Il caso è ancora irrisolto”

CAMPOBASSO. Il gruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale riporta all’attenzione, con una interrogazione alla Giunta, la questione relativa ai siti abusivi di stoccaggio rifiuti oggetto di procedura di infrazione da parte della Unione Europea a causa della mancata bonifica. Nell’elenco stilato dalla Corte di Giustizia Europea – aggiornato a febbraio 2015 – figura anche la discarica di località Macchia Laccavone nel comune di Trivento, ormai abbandonata da 15 anni e verso cui sia la Regione che il Comune non hanno ancora posto rimedio. In particolare, da una prima sentenza della Corte dell’aprile 2007, si evince che l’Italia non aveva ancora adottato i provvedimenti necessari per assicurare il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, utile a evitare pericoli per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Inoltre, una seconda sentenza, del dicembre 2014, condannava e sanzionava lo Stato italiano al pagamento di una sanzione forfettaria di 40 milioni di euro per non aver rispettato il giudizio del 2007 e al pagamento di 42 milioni e 800mila euro per ogni semestre di ritardo rispetto al dispositivo del 2014.
“Certo non bisognava aspettare la Commissione europea – sottolineano i pentastellati – per sapere che la Regione Molise e il Comune fossero direttamente interessati agli adempimenti in questione. Ci sono già un decreto nazionale e una legge regionale che normano questi casi”.
Nell’atto ispettivo i consiglieri Manzo e Federico, oltre alla ricostruzione dell’operato amministrativo degli enti coinvolti, chiedono chiarimenti anche su altri aspetti relativi al dissesto idrogeologico della zona, da anni interessata da un movimento franoso molto esteso peraltro aggravatosi recentemente in seguito al maltempo: che tipo di rifiuti è presente nel sito; quanto è stato fatto al fine di effettuare le bonifiche e ottemperare a quanto richiesto dalla Corte di Giustizia Europea; se esiste un progetto di bonifica e, nel caso, se si è proceduto all’approvazione dello stesso; se l’Arpam ha avviato una istruttoria tecnica; se è lecito che i finanziamenti ministeriali per la riduzione del rischio idrogeologico possano essere indirizzati per altro genere di finalità.
“Da una prima analisi dei documenti a disposizione – continuano i grillini – abbiamo registrato inefficienza, lentezza amministrativa e anche altro genere di incongruenze nell’operato amministrativo. Partendo dall’iter burocratico iniziato nel 2007 con l’autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio con decreto n.262/2004, si evince un impegno di due milioni e 400mila euro in favore della Regione Molise per l’attuazione del 9° programma stralcio di interventi urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico nel territorio del Comune di Trivento. Risorse che il Servizio regionale Difesa del suolo, nel luglio 2007, poco dopo della prima sentenza della Corte europea, impegnò in parte – per un ammontare di 400 mila euro a favore del Comune di Trivento – per l’esecuzione dei ‘Lavori di realizzazione di opere idrauliche forestali e di bonifica della discarica dismessa in località Macchia Laccavone’. Ma, in seguito a perizie di variante sui lavori sostenuti e previsti, la Regione ridusse la somma assegnata ad appena 296mila euro liquidate in due rate, un acconto di 40mila euro nel dicembre 2012 e circa 202mila euro nel febbraio 2015. Trascorsi undici anni dall’impegno di spesa approvato dal Ministero, la situazione del dissesto idrogeologico è peggiorata rovinosamente e i finanziamenti sono stati concessi e liquidati in conformità ai quadri economici dai quali sembrerebbe non risultare un avvio dei lavori di bonifica”.

Francesco Clemente

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