ISERNIA. Grazie all’incessante lavoro degli studenti olandesi dell’Università di Leiden, coordinati dall’archeologo spagnolo Jesus Garcia, è stato possibile riportare alla luce un vasto insediamento umano sul monte Civitelle nella frazione Castelromano di Isernia. L’individuazione della maestosa porta di ingresso all’antica città risale a molti anni fa quando, la Soprintendenza regionale del Molise effettuò i primi scavi, poi affidati all’ateneo olandese. Attualmente, a quanto emerge dal gruppo di studio che si sta occupando degli scavi, i reperti emersi identificherebbero una città di epoca sannita risalente al III-IV secolo avanti Cristo. Un periodo in cui tutto l’appennino centromeridionale italiano era territorio dominato dai Sanniti prima che la stessa popolazione fosse annessa all’impero romano.
La posizione strategica, su di un colle, da cui poter osservare tutta la zona sottostante ed eventuali nemici, la maestosa porta d’ingresso alla città, a testimonianza dell’estensione dell’insediamento, e le misure di sicurezza, composte da tre cinta murarie portate alla luce, non farebbero scartare l’idea secondo cui gli archeologi avrebbero trovato addirittura l’antica città di Aquilonia. Tesi avvalorata anche dai membri della locale associazione culturale ‘Stile antiermetico’ di Castelromano, che da anni sostengono che la zona, denominata appunto Civitelle (dal latino ‘civitas’, che significa città) possa essere il naturale luogo in cui sorgeva l’ultima fortificazione sannita caduta sotto i romani, nella famosa battaglia di Aquilonia del 293 a.C. e citata finanche da Tito Livio. A chiarire ogni dubbio ci penseranno, qualora dovessero riemergere, le ulteriori e nuove testimonianze rinvenute nei lavori di scavo.
FC
