HomeREGIONEArea di Crisi, la Cgil lancia l’allarme sui ritardi

Area di Crisi, la Cgil lancia l’allarme sui ritardi

ISERNIA. Si è tenuta ieri, nella sala convegni della provincia di Isernia, l’assemblea pubblica per analizzare le opportunità scaturite dal riconoscimento dell’Area di crisi complessa, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, a gran parte del territorio molisano. Come spiegato dalla Cgil, essa potrà rappresentare il nuovo volano di sviluppo, una opportunità di rilancio per l’occupazione del Molise purché non si trasformi nell’ennesima occasione buttata al vento. All’incontro erano presenti il presidente della Regione, Paolo Frattura, l’assessore al Lavoro Michele Petraroia, i parlamentari del Partito Democratico Danilo Leva e Roberto Ruta, il segretario regionale della Cgil, Sandro Del Fattore e Susanna Sorrentino, esponente della segretaria nazionale. La quale, senza peli sulla lingua, ha accusato la Regione Molise di immobilismo e mancanza di programmazione, auspicando nuovo investimenti al posto della salvaguardia dell’esistente.

“Certo è che se non ci sono imprenditori che investono – ha dichiarato Gabriele Mazzariello della Filctem Cgil – la crisi non si supera, anche se non si dovrebbero aspettare le prebende dello Stato per fare impresa, ma caricarsi sulle spalle il cosiddetto rischio imprenditoriale. Il Molise deve reindustrializzarsi, diventando una sorta di condominio industriale che ospiti le varie realtà locali per rilanciare l’occupazione”.

L’accento degli esponenti delle varie segreterie confederali è irrimediabilmente finito sull’immobilismo e sulla mancanza di condivisione con le parti sociali che, a detta dei numerosi rappresentanti nazionali dei sindacati tessili, dell’agroindustria e metalmeccanici presenti, quali Filctem, Fillea, Fiom e Flai, sta caratterizzando l’operato delle istituzioni locali, almeno in questa fase. Un momento in cui dovrebbero già essere pronti, se non operativi, i progetti di rilancio industriali e occupazionali per i distretti industriali di Campochiaro, Pozzilli e Pettoranello rientranti nell’Area di crisi.

“Il riconoscimento dello stato di crisi deve mettere al centro la Gam – ha detto Stefania Crogi della Flai Cgil – ripartendo con un progetto industriale serio che ricostruisca la filiera. Attualmente, l’attore principale dell’azienda, la Regione, non può e non deve tirarsi indietro pensando che il riconoscimento dello stato di crisi diventi occasione per fare altro e sottovalutando la questione dell’indotto avicolo”.

“Il riconoscimento di Area di crisi complessa è forse l’ultima occasione – ha invece dichiarato Alessandro Genovesi della Fillea – per provare a tenere insieme sia il rilancio dei distretti industriali che il rilancio delle opere infrastrutturali, così da collegare i vari distretti produttivi oggi isolati”. Insomma, gli esponenti sindacali sono convinti che le prossime scelte cui il governo regionale sarà chiamato a mettere in atto saranno vitali per decretare la ripresa o meno di in un territorio per troppo tempo martoriato da altissimi livelli di disoccupazione e da difficoltà endemiche presenti nel tessuto imprenditoriale locale, che non hanno risparmiato neanche le maggiori aziende operanti in Molise.

“Per quello che riguarda il settore industriale metalmeccanico – ha sottolineato Maurizio Marcelli della della Fiom – bisognerebbe sviluppare l’indotto dello stabilimento del gruppo Fca di Termoli, che si approvvigiona della componentistica da fuori Regione e che sarà la realtà industriale che dovrà produrre i motori per il nuovo modello Alfa prodotto a Cassino. Quindi, oltre a potenziare la Proma di Pozzilli, si potrebbero attrarre nuovi imprenditori dell’indotto automotive”.

Fc
                                                                                                                                     

                                                                                                                                     

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