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Pd imbarazzante: cagnara su Facebook tra fazioni. E il centrodestra se la ride

di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Finora erano stati tutti zitti. E forse era meglio così. Da stamani, però, nel Partito Democratico molisano, hanno ricominciato a praticare lo sport che sanno fare meglio: il reciproco scambio di accuse.

L’analisi del voto delle Comunali di Isernia, con il centrosinistra tagliato fuori dal ballottaggio, è tutta qui: Leva punta il dito contro Fanelli. Amendola fa lo stesso. Angelaccio, tanto per distinguersi, idem come sopra. Fanelli, per tutta risposta, tira fuori una mossa originale: punta il dito contro Leva. E Di Giglio, che conosce la realtà di Isernia quanto chi scrive ‘mastica’ di viaggi interspaziali, accusa l’onorevole di aver giocato a perdere. Tutto questo – ciliegina sulla torta – avviene ovviamente dietro una tastiera, dal proprio profilo Facebook: l’ennesima riprova di un partito ormai totalmente cieco, sordo e incapace di dialogare, non solo con la gente, ma anche e soprattutto al proprio interno. Ma andiamo con ordine.

La mattinata della cosiddetta resa dei conti comincia con il parlamentare del Pd che scarica tutte le responsabilità della sconfitta di Rita Formichelli sul segretario regionale del partito, Micaela Fanelli. (leggi qui l’articolo). Leva si immedesima in lei e parla di incapacità di dettare la linea politica, di fare sintesi nel partito, di determinare le alleanze, di gestire la fase della crisi al Comune di Isernia. Passano pochi minuti e comincia il fuoco incrociato: il primo a colpire è Edmondo Angelaccio, che parla di impossibilità di fare di più per i consiglieri candidati, che avrebbero pagato lo scotto di colpe altrui. Ovvero, quelle dei dissidenti, responsabili impuniti di aver fatto cadere l’amministrazione Brasiello, nel settembre scorso (leggi qui l’articolo). Per poi concludere con il solito motivetto: azzeramento dei vertici.

marco amendola11Anche la Fanelli, a questo punto, si affida all’ironia. Contattata telefonicamente dal ‘Giornale del Molise’, replica a Leva con una battuta dicendo che “bene avrebbe fatto l’onorevole a dimettersi due anni fa, così ci saremmo risparmiati l’esperienza Brasiello”. Marco Amendola, ex assessore comunale, vede rosso. E non si fa scappare l’occasione per invitare, a sua volta, la Fanelli a dimettersi. Il motivo: le parole della segretaria avrebbero svelato l’arcano. Sarebbe lei la responsabile della caduta dell’amministrazione pentra.

fanelli11Non è finita. Fanelli si arma di mouse e tastiera e scrive. Parla di scarica barili. E afferma di assumersi le responsabilità di tutti i risultati: le sue, ma anche quelle degli altri. Leva compreso. Ritira in ballo Pino Gagliardi, candidato osteggiato dall’onorevole e dal senatore Ruta che, intelligentemente, rifiutò il gioco al massacro. E accusa il parlamentare fornellese di aver “radicalizzato e reso un fatto personale la candidatura della Formichelli”, rifiutando “il supporto del partito nelle occasioni ufficiali e ufficiose con la presunzione di poter vincere da soli”.

danilo leva foto eccellenteAmendola insiste: “Non hai preso posizione su sanità e caduta dell’amministrazione di Isernia, ora dimettiti”. Dulcis in fundo, il vicesegretario regionale Michele Di Giglio, che accusa a sua volta Leva di aver “giocato a perdere per scoraggiare chi veramente poteva vincere le Primarie e di aver silurato un candidato che univa tutti, senza Primarie”.

Figuriamoci se Leva sta a guardare. “Gagliardi – ancora il deputato su Facebook – non avrebbe evitato la candidatura di Tedeschi e avrebbe spinto Capone altrove. E poi perché non avete candidato comunque Gagliardi alle primarie?”. Semplice, perché il medico isernino ha rinunciato quando ha capito l’aria che tirava in casa Pd. Ma Amendola gli dà subito man forte: “A Isernia aspettiamo ancora la parte seconda dell’assemblea regionale di gennaio”.

In tutto questo, l’unico ad aver sbattuto la porta, nel Pd, è stato Alfonso Di Iorio, ex segretario provinciale di Isernia del partito, dimessosi a poche ore dal risultato del primo turno che ha decretato la sfida d’Apollonio-Melogli, tutta in casa centrodestra.

Gli altri, come i bambini, si accusano a vicenda: ma restano tutti lì, incollati alla poltrona. E tra i tanti litiganti, il centrodestra gode.

 

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