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Ittierre, “fallimento acclarato di fatto”

PETTORANELLO DEL MOLISE. A sette anni dall’applicazione della legge Marzano per il presunto rilancio dell’Ittierre, meglio sarebbe, una volta per tutte, “dichiarare il fallimento e la messa in liquidazione di tutte le società e aziende coinvolte nelle varie procedure concorsuali”. parola di Vittorio Monaco, ex fasonista Ittierre, da sempre impegnato in prima linea nel vigiliare sulla correttezza delle operazioni che sono seguite dalla fine del colosso gestito da T.P. In una lettera aperta, Monaco ricostruisce passo passo le ultime vicende che hanno interessato il polo tessile. Una ricostruzione impietosa, ma tremendamente veritiera di quanto accaduto. 

VITTORIO MONACO - foto“Ormai è chiaro a tutti – scrive Monaco (nella foto) – che il progetto di rilancio dell’indotto tessile molisano, legato alle sorti della ex Ittierre, è naufragato clamorosamente a causa di scelte a dir poco discutibili effettuate anche dalla gestione commissariale. Le cessioni dei marchi di proprietà Malo e Ferrè si sono rivelate fallimentari e ancor peggio è avvenuto con la vendita dei rami d’azienda Ittierre e Plus It al Gruppo Albisetti. La scelta dell’imprenditore Antonio Bianchi, sponsorizzata anche da politici ed ‘economisti locali’ (si ricordi a tal proposito l’opaca fideiussione rilasciata dalla Regione Molise, un’altra storia ancora tutta da chiarire), ha prodotto un clamoroso concordato preventivo da novanta milioni di euro, che ha generato un vortice di successive vendite, anch’esse fallimentari, alla Oti di Antonio Rosati e da questa al fondo d’investimenti Ikf”.

“Tutto questo – continua Monaco – nonostante il sottoscritto abbia denunciato in ogni modo il disastro incombente, che puntualmente si è verificato. In verità, gli obiettivi principali dell’applicazione della legge Marzano sono miseramente falliti: nessuna ristrutturazione, nessun rilancio delle attività industriali, nessuna garanzia dei creditori, nessuna salvaguardia dei posti di lavoro. Dopo le azioni messe in atto dalla gestione commissariale, ci troviamo dinanzi ad una ‘liquidazione di fatto’ del Gruppo It Holding ma, legalmente, tale situazione è ancora mascherata dalla condizione di ‘Amministrazione Straordinaria’. Non si capisce, a questo punto, il senso di tale procedura, atteso che gli asset aziendali più importanti sono stati svenduti da tempo e del vecchio Gruppo It Holding rimangono soltanto vecchi capannoni ormai arrugginiti. Uno dei commissari è stato addirittura costretto alle dimissioni: nessuno però, a parte il sottoscritto, ha mai alzato un dito per chiedere conto del loro operato. Ma i danni e le beffe che fornitori e dipendenti hanno dovuto subire in questi lunghi sette anni non finiscono qui”.

“Dopo le ultime notizie che riguardano la Ikf – questo l’appello dell’ex fasonista – c’è un’unica cosa da fare: prendere atto del naufragio di tutte le azioni poste in essere in questi sette anni da commissari, tribunali e politicanti e avere il coraggio di dichiarare il fallimento e la messa in liquidazione di tutte le società e aziende coinvolte nelle varie procedure concorsuali. Questa soluzione permetterebbe quantomeno di alleviare le pene fin troppo dolorose che hanno subito i soggetti meno tutelati in tutto questo bailamme: i dipendenti e i fornitori. Infatti, almeno questi ultimi potrebbero usufruire (ove possibile) dei benefici previsti dalle novità fiscali in materia di deducibilità delle perdite su crediti. Oltretutto – conclude Monaco – senza le ulteriori prese per i fondelli rappresentate da richieste di concordato che mascherano fallimenti ormai acclarati di fatto”.

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