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Isernia: al via la sfida per conquistare il Consiglio provinciale

Il centrodestra proverà a ottenere la maggioranza nell’assise dell’ente di via Berta, salvato dalla bocciatura della riforma costituzionale. Ma il centrosinistra potrebbe sfruttare anche le divisioni degli avversari per avere la meglio


di Mario Greco

ISERNIA. La Provincia, almeno negli ultimi cinque anni, è stata sempre a rischio soppressione. Ora, invece, è tra i pochi enti la cui permanenza è certa nel capoluogo pentro. Infatti, con la bocciatura del referendum costituzionale, questa istituzione resta. L’ente di via Berta continuerà, dunque, ad esercitare insieme alle altre Province italiane, le sue funzioni che nella realtà pratica di tutti i giorni sono molto importanti per i cittadini. Si pensi soltanto al fatto che l’ente deve garantire la manutenzione delle strade provinciali e degli edifici delle scuole superiori. Due servizi che, allo stesso tempo, però, necessitano di consistenti risorse. A questo punto è chiaro che lo Stato, visto che le Province continuano ad essere organi di rango costituzionale, dovrà anche garantire risorse adeguate per far funzionare al meglio i servizi ed evitare che ci siano disservizi per i cittadini. Cosa questa che sono tornati a chiedere tutti i presidenti di Provincia anche negli ultimi giorni.

In ogni caso, a Isernia a distanza di due anni dalla prima elezione, con il nuovo sistema di voto ponderato e riservato soltanto ai consiglieri comunali e ai sindaci dei cinquantadue Comuni della Provincia (introdotto dalla legge 56 del 2014, la cosiddetta Delrio), si dovrà procedere al rinnovo dell’assise di via Berta. Il voto riguarderà solo il Consiglio provinciale e non anche il presidente, che invece resta in carica quattro anni e la cui elezione si è svolta lo scorso anno. Le elezioni si terranno domenica 8 gennaio 2017 in un quadro politico che è oramai in costante mutamento.

Le liste dovranno essere presentate entro le ore 12 di lunedì 19 dicembre 2016. Questo fine settimana dunque sarà decisivo da parte dei partiti e dei movimenti per scegliere i dieci candidati da inserire in lista. Il centrosinistra che, attualmente, ha in via Berta la maggioranza dei seggi può contare già su una importante base di partenza, con la maggior parte dei consiglieri uscenti che potrebbero essere ricandidati. Discorso diverso per il centrodestra che, rispetto a due anni fa, ha un bacino elettorale di amministratori più consistente e che potrà proporre una lista nuova rispetto al passato. Infatti, nel 2016 il centrodestra è riuscito a conquistare i Comuni di Isernia ed Agnone che, ai fini del voto ponderato degli amministratori (è maggiore quello dei centri con una popolazione più grande), potrebbero fare la differenza in questo tipo di elezione. Il centrodestra è convinto di giocarsi quindi questa partita fino in fondo.

Tuttavia, non bisogna dimenticare che il centrosinistra può contare su Frosolone e in parte su Venafro. Frosolone è guidata da un’amministrazione di centrosinistra, mentre a Venafro le posizioni sono equidistanti tra i due schieramenti. Inoltre, bisognerà anche vedere se il centrodestra si presenterà unito a questo tipo di elezione oppure se, come già accaduto alle Comunali di Isernia, diviso. Cosa quest’ultima che potrebbe avvantaggiare il centrosinistra. Per quanto riguarda i candidati, il centrodestra ha intenzione, secondo indiscrezioni, di puntare su un numero ampio di consiglieri delle aree di Isernia e di Agnone. Almeno tre quelli della zona di Isernia che potrebbero essere inseriti in lista, insieme ad altri due provenienti dall’Alto Molise. Gli altri cinque sarebbero, invece, scelti all’interno degli altri Comuni. In caso di vittoria del centrodestra si verificherebbe in Provincia il fenomeno elettorale della cosiddetta ‘anatra zoppa’, ossia la coalizione di questo colore politico conquisterebbe la maggioranza, mentre la presidenza resterebbe in ogni caso in mano al centrosinistra. In caso di vittoria del centrosinistra invece sia il Consiglio che il vertice di via Berta sarebbe dello stesso colore politico. In realtà, una elezione di questo tipo sembra appassionare poco gli stessi partiti e movimenti che, non potendosi misurare direttamente con il voto dei cittadini, non possono nemmeno testare le loro reali potenzialità elettorali in vista di un altro appuntamento molto importante: le Regionali in programma nel 2018.

In questi giorni, infatti, più che di discutere delle Provinciali, i partiti hanno in realtà iniziato a parlare proprio delle Regionali dove i cittadini potranno pronunciarsi. Sarà quello il vero banco di prova per tutte le forze politiche in campo.

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