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Piano sanitario, il Consiglio regionale si spacca: dieci a dieci sul voto della mozione della minoranza

“L’approvazione del Pos con legge dello Stato è un fatto grave, mai avvenuto in precedenza – ha spiegato Iorio – per di più non se ne comprende la ragione, avendo il governatore-commissario Frattura adempiuto a tutti i diktat del Tavolo tecnico romano, per cui non c’era alcun motivo di blindare il piano. Oltre a impedire il dibattito in aula è stata impedita ai cittadini la possibilità di ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato. Si tratta dunque di un provvedimento doppiamente iniquo.”

Argomentazioni sostenute anche dal consigliere Massimiliano Scarabeo. “L’approvazione del Pos da parte del Governo Gentiloni come legge nazionale – ha dichiarato il capogruppo del Pd – mette al riparo la sua attuazione e quindi l’operato del governatore e commissario ad acta, Paolo di Laura Frattura, dai ricorsi al Tar, ma mette alla berlina il Consiglio regionale, che è stato praticamente esautorato dalle scelte sulla sanità”.

Per Scarabeo si tratta di “una scorciatoia vergognosa utilizzata per superare gli oggettivi problemi dei ricorsi, ma anche su ciò che potevano essere le richieste dei cittadini manifestate in diverse occasioni su un problema importante come la salute pubblica. Una procedura inappropriata, fatta per evitare il confronto in Consiglio regionale e sulle piazze molisane, su una questione vitale come la sanità, che fa acqua da tutte le parti”.

Motivazioni rigettate dal governatore Paolo di Laura Frattura, che in un lungo e articolato intervento ha ricostruito il percorso seguito dalla Regione da quando, a marzo del 2007, fu firmato l’accordo con i ministeri vigilanti per il Piano di rientro. Il Pos, ha spiegato Frattura, è stato redatto dalla struttura commissariale, discusso in Consiglio regionale e successivamente portato all’esame della Conferenza Stato-Regioni.

In sostanza, ha evidenziato il Governatore, il Molise non ha subìto le decisioni del Governo centrale, ma ha assistito alla conversione in legge di un documento di programmazione ‘condiviso’. Poi, sui contenuti della mozione in cui si sollecitato il ricorso alla Corte Costituzionale, Frattura ha spiegato che la stessa Consulta si è già espressa, in maniera negativa, su un fatto analogo che riguardava la Regione Abruzzo.

Quindi l’apertura a un dibattito successivo nel merito del Piano sanitario, in una successiva seduta monotematica. Ancora da convocare. Dopo l’estate presumibilmente. In piena campagna elettorale, quando lo scontro, ‘assaggiato’ nella seduta di oggi, sarà sempre più acceso. E aperto.

Carmen Sepede

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