HomeSenza categoriaConti al comune di Isernia, la controreplica di Gentile: “Atti illegittimi”

Conti al comune di Isernia, la controreplica di Gentile: “Atti illegittimi”

L’ex assessore comunale e coscienza critica del centrosinistra pentro si rivolge al sindaco e ribadisce: “L’adesione all’accordo quadro per la gestione dei tributi è illegittima, come anche la delibera di variazione al Piano delle Opere pubbliche”


ISERNIA. Di scena un nuovo atto nella vicenda relativa alla gestione dei conti al Comune di Isernia. Nel botta e risposta tra il dirigente dem Franco Capone e il consigliere di palazzo San Francesco delegato al bilancio Giampiero Mancini è stato tirato in ballo anche Alberto Gentile, che pure era intervenuto sull’argomento. A lui spetta, dunque, una controreplica. L’ex amministratore si rivolge nuovamente ed esclusivamente al sindaco d’Apollonio, “quale unico responsabile dell’azione amministrativa” e ribadisce: “l’adesione all’accordo quadro è illegittima” e “negli atti pubblici la formalità e sostanza”. Sul banco degli imputati ancora la decisione di esternalizzare la gestione della riscossione dei tributi, con affidamento del servizio alla società IcaCreset mediante adesione all’apposito accordo quadro regionale. Adesione che, per i detrattori, ha le sembianze e la sostanza di una trattativa privata, in quanto il Comune avrebbe ridiscusso con la stessa società alcune condizioni. Ipotesi respinta, invece, dalla squadra di governo. E, poi, al centro della diatriba anche l’ormai famigerata delibera di variazione del Piano delle opere pubbliche.

Ed ecco che Gentile insiste. “Ribadisco che quell’adesione all’accordo quadro della Regione, dopo la procedura d’appalto è illegittima, ancor più quando si parla di ‘trattativa privata’ nell’ambito ‘dell’accordo quadro’. Sarebbe stato diverso se l’adesione fosse avvenuta prima del bando di gara regionale. Il mio profondo imbarazzo – prosegue l’ex amministratore – è che mi rivolgo ad un Sindaco stimabile sul piano personale ed ancor di più fornito di una preparazione che al confronto mi sento una pulce. Tuttavia, mi permetto di darle qualche consiglio”. Gentile, con la dialettica creativa che lo contraddistingue, mostra di non aver gradito il fatto di ricevere una risposta ai suoi rilievi da soggetti terzi (Giampiero Mancini ndr), essendosi egli rivolto direttamente al sindaco, e richiama l’amministrazione per due ordini di motivi: “per l’alfabeto di diritto amministrativo” e per la mancata “visione”. Motivi per i quali provocatoriamente invoca un “corso di formazione”.

Nel merito. “Una delibera – spiega l’ex assessore comunale in riferimento all’assenza del parere dei revisori sul provvedimento di variazione al Piano delle Opere pubbliche – è un atto pubblico ove la formalità è sostanza, perché se non la si segue rende l’atto illegittimo e talvolta illecito (dolo); tutti gli atti successivi alla delibera nulla sono da considerarsi inesistenti (tam quam non esset); in un atto pubblico – incalza Gentile riprendendo le dichiarazioni del consigliere Mancini – l’espressione: ‘significa soltanto che è stato dato per scontato che ci fosse’, non ha senso, perché non è una letterina di intenti, ma un atto pubblico; può aggiungere anche che un atto è composto da due parti: diritto e merito  e nessuna osservazione è stata fatta nel merito dal sottoscritto”. Infine, la conclusione esortativa: “Consiglio, volendo, un corso di visione, da tenersi sulla montagna di Miranda-Pesche; piccola montagna, ma sufficiente per osservare una visuale che da Palazzo San Francesco è inibita”.

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