HomeSenza categoriaIsernia verso la Giunta a 8: Vittoria Succi ‘prenota’ l’assessorato

Isernia verso la Giunta a 8: Vittoria Succi ‘prenota’ l’assessorato

LO SCONTRO PER LA PRESIDENZA. Diversamente, potrebbe tornare in discussione la poltrona del presidente del Consiglio. Ricordiamo che Lombardozzi, ad agosto, si è dissociato dal voto di maggioranza sull’esternalizzazione del servizio tributi per motivi tecnici, scatenando su di sé il fuoco amico del gruppo di appartenenza, compatto nell’intraprendere – almeno all’inizio – la strada della sfiducia o della revoca per presunte gravi implicazioni politiche. Tra i suoi oppositori più acerrimi l’opinione comune è che, per una questione di democrazia, laddove un eletto non abbia più la fiducia di chi gli ha consentito di ricoprire l’incarico di presidente, lo stesso dovrebbe dimettersi, per ragioni di opportunità e finanche di dignità. Anche perché i consiglieri che lo hanno votato (19) ad oggi sarebbero pochissimi: in 7 sono diventati assessori e i 7 che sono subentrati non hanno partecipato all’elezione. Con 14 suffragi mancanti, insomma, Lombardozzi avrebbe un problema di rappresentatività.

peppino lombrdozzi 12Egli però, dal canto suo, ha sempre rivendicato libertà di pensiero nel suo agire, a maggior ragione in funzione del ruolo super partes di garante dell’intero consesso. E precisando, a scanso di equivoci, che il voto contrario sulla questione tributi sarebbe stato soltanto un pretesto, con una parte della maggioranza guidata da una “regia occulta”. Una macchinazione a suo danno, insomma, ordita per la poltrona di presidente del Consiglio, che evidentemente farebbe gola a più di qualcuno, nel suo gruppo e nella maggioranza tutta.

La questione è finita nelle mani dell’ex governatore Iorio, che ha invitato tutti alla calma, riuscendo a evitare fughe in avanti e recuperando alla causa dello status quo 6 consiglieri su 11 della sua lista (senza contare il diretto interessato Lombardozzi). La difesa del presidente dell’assise, tuttavia, non sarebbe andata giù ai ‘congiurati’, che erano riusciti a ottenere anche il via libera dal gruppo ‘Isernia in Comune’ (6 consiglieri) e da Fratelli d’Italia (1) per tentare di ‘destituire’ il presidente, raggiungendo così il numero di 12 firme, valide per discutere in aula la revoca. Ma lo statuto del Comune di Isernia, all’articolo 11, parla chiaro: “Il presidente del Consiglio comunale può essere revocato su proposta motivata di almeno un terzo dei consiglieri assegnati e con il voto palese e favorevole di almeno due terzi degli stessi“. Motivazioni che, si badi, devono sussistere “in relazione a gravi violazioni di legge o di regolamento” (fonte altalex.com). Dunque, ragioni tecniche; e non politiche. Senza contare che i numeri per tentare il colpaccio, alla fine, sono venuti meno.

I 4 oggi sull’Aventino, però, hanno tenuto duro, fino a ‘scaricare’ Iorio, spaccare il gruppo ‘Insieme per il Molise’ e diventare, così, il terzo gruppo in termini numerici a Palazzo San Francesco.

La questione poltrone è tutt’altro che peregrina. E per d’Apollonio, che aveva appena superato lo scoglio del lodo Spinosa, si profilano all’orizzonte nuovi grattacapi.

 

 

 

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