La nuova maggioranza di centrodestra è composta da 4 gruppi: il misto, con 4 consiglieri; ‘Insieme per il Molise’, che avendone persi appunto 4 per strada, ne conta 8; Fratelli d’Italia con 1 rappresentante e Isernia in Comune’, la lista del primo cittadino, che ne annovera 6.

Se Insieme per il Molise, con 8 consiglieri rimasti nelle file ioriane, vanta qualcosa come 3 assessori (Guglielmi, Chiacchiari e Di Perna), per la matematica il gruppo misto, con 4, dovrebbe averne uno e mezzo. Un posto in Giunta, dunque, manuale Cencelli alla mano, sarebbe praticamente una tappa obbligata. Ma ad essere sovrarappresentati, ad oggi, sono piuttosto gli altri due gruppi: Fratelli d’Italia, che vanta 1 assessore (Kniahynicki) a fronte di un solo consigliere, ma soprattutto ‘Isernia in Comune’, che per 6 consiglieri ha 3 assessori (Matticoli, De Toma e Pietrangelo) più il sindaco. Molto improbabile, tuttavia, escludere Fdi: piccolo che sia, è comunque un ingranaggio dell’alleanza che ha permesso al sindaco di vincere. E lasciarlo totalmente all’asciutto creerebbe grattacapi in tutto il centrodestra molisano, non solo a Isernia.

cesare pietrangelo pm 3Stando così le cose, in caso di mantenimento della Giunta a 7, il principale indiziato di ‘sostituzione’ sarebbe il vicesindaco Cesare Pietrangelo, essendo l’unico uomo del suo gruppo a far parte dell’esecutivo. Il tetto delle quote rosa, insomma, consentirebbe anche ad Azzolini, Fantozzi e De Marco di avere legittime aspirazioni, con buona pace della Succi.

Il punto è: davvero però d’Apollonio, volendo procedere un domani a un rimpasto, potrebbe privarsi del suo assessore ai Lavori Pubblici, essendo quest’ultimo espressione diretta dell’eurodeputato Aldo Patriciello, che eccezionalmente a Isernia ha sostenuto il candidato gradito anche a Michele Iorio? A pochi mesi dalle Regionali, sarebbe una iattura. Ma se il gruppo misto premesse sul sindaco, indicando un nome di sesso maschile, sarebbero dolori.

Comporre il puzzle non sarebbe facile per nessuno. Dunque, la speranza è che Fantozzi & co. non si agitino troppo. Facendo un’ipotesi per assurdo, sull’assestamento al bilancio in calendario il 27 novembre, se i 4 si astenessero, finirebbe15 a 13 per il centrodestra, dunque si resterebbe in sellaMa se già 3 su 4 votassero contro e 1 si astenesse, il primo cittadino andrebbe sotto di un voto: 16 a 15 per l’opposizione. Una bocciatura che aprirebbe la strada a una crisi politica. 

Intendiamoci, questo non accadrà di certo nell’assise di dopodomani. Ma la legge dei numeri è impietosa, per tutti. E d’Apollonio farebbe bene ad avere un piano di riserva, qualora le acque, nelle prossime settimane, col voto alle porte, dovessero agitarsi sul serio.