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Terremoto, il sindaco di Montecilfone duro: “Cratere troppo ampio. E’ assalto alla diligenza”

Il primo cittadino del paese dell’epicentro contesta l’allargamento a 27 dei centri colpiti dal sisma. Con lui pure il sindaco di Larino Puchetti. Anche i Cinque stelle contrari ad allargare troppo lo stato di emergenza


CAMPOBASSO. “Sono 5-6 i comuni colpiti dal sisma. Salgono a 11 con il primo assalto ed arrivano a 27 con l’arrivo di tutti i ‘caballeros’. E’ partito l’assalto alla diligenza”. A denunciarlo, con una dichiarazione all’Ansa, è il sindaco di Montecilfone Franco Pallotta, che esprime dubbi sull’allargamento eccessivo dell’area del ‘cratere’. Che include anche comuni molto lontani da Montecilfone e dagli altri paesi dell’epicentro.  “Ogni consigliere regionale coltiva il suo orticello e preme per il comune amico – ha affermato Pallotta – meno male che nel Basso Molise di consiglieri regionali ne abbiamo pochi. Speriamo che chi dovrà decidere a Roma sappia difenderci”.

“Il sisma ha colpito i comuni che sono attorno all’epicentro – ha rincarato la dose il primo cittadino di Larino Pino Puchetti – e cioè Montecilfone, Larino, Palata, Guglionesi, Guardialfiera ed Acquaviva Collecroce. L’area del cratere va delimitata a questi comuni. Non bisogna fare gli stessi errori del 2002. Alla fine si vanno a disperdere i fondi e non si riescono a risanare i danni dove ci sono stati maggiormente. Si possono capire 11 comuni del cratere sismico, ma non capisco l’idea di allargare a 27 paesi, tra cui Agnone”.

C’è da dire che il governatore Donato Toma, che lunedì avrà un incontro con i sindaci dei centri terremotati, oggi in Consiglio regionale ha chiarito che l’attuale delimitazione del cratere, che include anche comuni della provincia di Isernia, tra cui appunto Agnone, è dovuta alla necessità di quantificare subito i danni. E ottenere al più presto lo stato di emergenza dal Governo Conte. Successivamente, ha aggiunto il presidente della Regione, si stabilirà dove effettivamente è necessario intervenire. Di conseguenza in quali aree far arrivare i finanziamenti.

Contrari ad allargare troppo l’area del cratere si sono detti anche i consiglieri regionali del M5s. “Allargare lo stato d’emergenza a tutto il territorio regionale – hanno detto i pentastellati – vorrebbe dire sottrarre fondi (e fare un torto) ai comuni che davvero hanno subito danni e ai cittadini che vi risiedono”.

“Auspichiamo che non ci sia nessun cratere allargato a dismisura (nel 2002 si passò da 14 a 84 Comuni) – hanno aggiunto i Cinque stelle – nessun super potere nelle mani di pochissimi, nessuna gestione in somma urgenza di stime e ricostruzione, niente soldi pubblici buttati e mai spesi”.

“In questi giorni siamo stati in visita nei paesi più colpiti, abbiamo incontrato tanti cittadini ma anche i vertici di Prefettura e Protezione civile, amministratori e soccorritori. Alle abitazioni inagibili e al numero di sfollati, aggiungiamo i dati allarmanti su tante scuole, l’assenza di certificazioni sugli ospedali e la carenza di Piani di Protezione civile nei comuni. Fortunatamente non stiamo vivendo una situazione drammatica come quella di 16 anni fa – hanno concluso – ma questo non significa che possiamo tenere bassa la guardia”.

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