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Violenza sessuale: veto del Garante privacy ai media sui dettagli che rendono identificabile la vittima

La cronaca di violenze sessuali sulle donne è sempre più frequente e, oramai, costituisce una vera e propria emergenza sociale che vede tante donne subire brutalità di ogni genere.

Subire violenze fisiche e/o anche psicologiche può divenire ancor più brutale per le vittime se si considera lo strumento dei media che, frequentemente, diffondono nomi, volti e particolari che condizionano inevitabilmente la vita della vittima già provata dalla violenza, la quale si ritrova spesso in un vero e proprio boomerang mediatico. Talvolta la morbosità dei mezzi di informazione tende senza ritegno a scavare nelle pieghe esistenziali delle persone coinvolte alla ricerca di spunti ed elementi quasi giustificativi dei comportamenti violenti sofferti.

Con riferimento alla notizia della donna vittima di violenza sessuale, il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso un esplicito invito, a partire dal recente caso di cronaca di Piacenza, a tutti i media di astenersi dal riportare informazioni e dettagli che possano condurre, anche in via indiretta, alla sua identificazione.
Il Garante ricorda che anche quando i dati e le informazioni vengano forniti da fonti ufficiali, i media sono tenuti a non diffondere elementi che portino alla individuazione delle vittime di violenza sessuale in modo tale da proteggere l’identità della donna già ampiamente violata.

La pubblicazione di tali informazioni è infatti contraria alla normativa sulla protezione dei dati personali e alla tutela rafforzata accordata dal Codice penale alle vittime di reati sessuali. È opportuno ricordare che la divulgazione delle generalità o dell’immagine di persona offesa da atti di violenza sessuale costituisce reato.
Il Garante privacy si riserva di valutare le notizie diffuse e i servizi realizzati ai fini dell’adozione dei provvedimenti di propria competenza cercando, altresì, di prevenire il diffondersi di notizie che possano, attraverso l’identificazione della vittima di violenza, provocare una seconda violenza “psicologica”, non meno forte di quella fisica, con conseguenze di lungo termine sulla vita individuale e familiare delle persone interessate.

Pamela La Farciola

 

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